Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno <1915>   pagina <812>
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17 marzo, allorché ai trattò di porre in libertà i suddetti carco* Tati. I miei concittadini bene lo ricorderanno eli e io e l'amico e collega Jacopo Vigenti ni, affrontando la moltitudine raccolta in piazza, andammo dal Governatore S, E. Palpili a farci rilasciare l'assenso in iscritto per la liberazione dei Manin e Tommaseo da portarsi al Presidente Abram, che appena avuto un tale ordine fra le grida del popolo egli evviva attraversammo la piazza, e ri­tornati al Tribunale vennero tosto ridonati alla libertà quegli il­lustri cittadini e subito dopo Meneghini e Stefani. Posso quindi gloriarmi di aver avuto i primi applausi della nostra rivoluzione.
Nel tempo del Governo provvisorio feci parte, per incarico dello stesso, a diverse Commissioni, ma purtroppo, venuto il giorno in cui Venezia dovette cedere, dopo 18 mesi di eroica resistenza, insediatosi di nuovo il governo Austriaco, esso infierì quanto gli fu possibile, specialmente contro coloro che tendevano a fortifi­carsi, ed a resistere, senza esagerazioni ed utopie, non poco fo­mentate dalle stesse mene austriache..
Io pure, fra diversi, fui sospeso dal mio impiego ed accusato di essere stato d'accordo col popolo per la liberazione degli arre­stati suddetti] di aver*avuto parte attiva nei primordi della no­stra rivoluzione; di aver sempre dimostrato io e la mia famiglia avversione al govèrno Austriaco, tacciando pure mia moglie Oa. Re­gina Friuli Boa d'idee ostili al Governo, ed avere i miei fratelli Antonio e Luigi preso le armi per la difesa di Venezia*
Richiamato a discolpa, facile mi In la risposta, perchè accu­sato in genere senza oppormi fatti speciali, e quindi dopo otto mesi fui riammesso al mio posto, ma incancellabile rimase il mio nme nei tetri seaftVili di-Ila Polizia e del Ministero a Vienna, per cui ni un avanzamento poteva io piti sperare nella mia carriera giu­diziaria, sebbene i miei immediati superiori mi avessero più volte manifestata la loro soddisfazione* 11 Presidente del Tribunale d'Ap­pello Schrott mi fu sempre contrario, molto più che ad esso sem­brava essere stata la mia difesa troppo energica, ed arrogante.
Scorsi alcuni anni sempre sorvegliato dalla Polizia, venne in campo quell'infelice idea che purtroppo trascinò molti dei nostri Concittadini e della Lombardia a formare per cosi dire un patro­nato per sostenere la candidatura dell'Arciduca Massimiliano, fra­tello dell'Imperatore d'Austria, a Ee della Lombardia e Venezia.