Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno <1915>   pagina <815>
immagine non disponibile

Alcune pagine di patriottismo 815
festoso lungo la riva degli Schiavoni per dare an saluto alla ban­diera tricolore, addimostrando quanto era vivo il desiderio di ve­dere per sempre allontanato da noi il dominio straniero. Tali di­mostrazioni del popolo vieppiù irritarono gli I. B. Preposti Civili e Militari Austriaci, e quindi continui erano i proclami minac­ciante sangue e devastazione per intimorire il popolo nel caso di un attacco da parte del mare.
Il giorno della famosa battaglia di Magenta, il governo Austria­co, forse male informato dell'esito, fece baldoria, annunziando per tutti i venti una splendida vittoria : ma ben presto dovette riti­rare gli ampollosi bollettini promulgati, ed adattarsi invece alla vera notizia, che a cura del Comitato era stata pubblicata, della solenne vittoria riportata dai Franco-Sardi. Massimo fu allora l'irritamento del Governo contro noi tutti, e specialmente contro coloro che già desso sapeva essere influenti in paese, continue erano quindi le provocazioni da una parte e dall'altra, continui i motteggi e gl'insulti.
Nel 13 giugno, ignoro da qua! fonte, si sparse per tutta Ve­nezia, che dopo altre vittorie dell'esercito Franco-Italiano, l'Im­peratore d'Austria aveva chiesto un armistizio e che era stato accordato a condizione della immediata cessione di Venezia. Tale notizia veniva accolta dal nostro popolo con quell'entusiasmo con cui si accetta una cosa desiderata. Da tutte le parti della Città, anco dalle più. remote, concorsero in piazza uomini e donne, vec­chi e giovani per attingere esatta notizia, e difatti vi fu un tale concorso di circostanze eia potersi ritener vera quella notizia. Di­ce vasi che alla mezzanotte dovevano partire coi vapori del Loyd diversi impiegati per Trieste, per cui a quell'ora si unì molto po­polo lungo la riva degli Schiavoni per festeggiare quella partenza, e diffatti molti impiegati, temendo prossimo l'attacco, credettero prudente divisamente di mandare le loro famiglie a Trieste con quantità di bagaglio. Fella sera stessa si diffuse l'altra notizia, che al mezzo giorno del dì successivo 14 giugno doveva seguire la regolare cessione, della Città ai Oommissarj Eegi Piemontesi, che taluno voleva perfino averli veduti. Tutta quella notte fu passata. in allegria, attendendo ansiosi il mezzogiorno del 14 giugno. Ve­nuta la mattina tanto più si prestò fede che dovesse avverarsi la desiderata cessione, perchè la piazza e le vie erano affatto sgom-