Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno <1915>   pagina <818>
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il. Cappello
una gita in una vicina campagna. Dai miei di famiglia fai però avvertito che nella vicina caserma del Genio ' a Santo Stefano ave-Vano rimarcato un insolito movimento di soldati clie entravano ed uscivano da quella caserma. Dopo le assicurazioni avute, nulla sospettando che tutto ciò mi potesse riguardare, alle ore una circa dopo la mezzanotte mi coricai, e così fecero i miei di famiglia; ma il mio sonno fu ben breve. Mezz'ora circa dopo mi fu annun­ciato dal domestico un Commissario di Polizia che voleva meco parlare, ed introdottolo nella mia stanza quel funzionario con modi invero abbastanza rispettosi, mi fece conoscere che doveva se­guirlo. Non mi feci attendere un istante e vestitomi gli chiesi ove mi si conducesse, ed ebbi per sola risposta, che avrei veduto il Commissario Superiore Grisogono, e saputo di cosa si trattava. Fuori della mia stanza trovai due Gendarmi, i quali, nel vedermi, proruppero in invettive contro il Governo, perchè erano costretti ad eseguire arresti di persone oneste e probe, come essi mi qua­lificavano.
Uscito dalla mia porta di casa mi vidi circondato da oltre venti soldati, e compresi allora che non si trattava di un sem­plice arresto da condurmi nelle carceri di Polizia; replicai la domanda a quel Commissario ove mi si conducesse, e perchè si facesse uso di tanta forza per arrestare un inerme Cittadino. Quel Commissario mi replicò che avrei tosto parlato col Sigi Gri­sogono, e che non solamente i soldati da me veduti era la. forza disposta pel mio arresto, ma che era circondata la mia casa da oltre cinquanta baionette. In mezzo a questi sgherri mi si con­dusse al campo di San Vitale, e colà balzarono a terra da una barca militare altri soldati di marina e mi condussero in quella barcaccia. Quel Commissario mi disse di attenderlo, perchè doveva eseguire altro arresto, ma poco dopo ritornò dicendomi che l'indi­viduo ricercato era fuggito, e seppi dappoi che doveva essere aj> punto il già nominato Medico Biasiuti.
Dopo ciò, fu dato ordine a quei marinaj di dirigersi alla sta­zione della ferrovia ed allora purtroppo compresi che si trattava di trasportarmi in qualche loutana carcere. Pregai, supplicai di dare almeno un addio ai miei diletti figli, che doveva abbando-
i Oggi sede del Comando di Presidio.