Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno <1915>   pagina <823>
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Aloune pagine di patriottismo 82 H
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sto altra tavola per i nostri guardiani, Ooiomissano Sig. Grisogono, Commissario Perlan ed il Tenente.
Finito quel parco pranzo ai credeva che dovesse essere pagato dai Sig. Commissari, poiché quei signori potevano immaginarsi che tolti così ali7 improvviso dalle nostre case, difficilmente BÌ poteva avere con noi del denaro, ma fecero dessi le orecchie di mercante, sebbene ci venisse detto dappoi, che era stata assegnata una somma al Sig. Grisogono per quanto ci occorreva in quel lungo viaggio; abbiamo quindi dovuto pagare, prendendo taluno qualche cosa a prestito dall'altro, essendo affatto privo di denari. Alle ore 5 pom. fumino condotti ai vagoni della ferrovia e cacciatici addosso i soldati come il solito, prendemmo la via di Lubiana*
Alle ore IL circa della sera giungemmo in questa Città e, di­scesi dai vagoni, ci fecero camminare per circa mezzo miglio, e finalmente fummo condotti nella prigione della così detta Caserma dell'Ospitale Militare. Fummo chiusi 7 per camerotto a pian ter­reno e date due mani di grosse chiavi a quelle porte ci lasciarono all'oscuro, penetrando solo un piccolo chiarore dalla oosidetta boc­chetta o foro nella porta. Tutta quella giornata era stata piovosa, e burrascosa, sicché era notte piuttosto fredda. In quella carcere non eranvi che dei sucidi pagliericci, e qualche coperta. Da un aperto balcone a tramontana spirava un'aria così fredda, che assai ci molestava, e quindi credevamo di poterci riparare col l'apporre una delle coperte igj quel balcone, ma appena messisi all'opera si affacciò alla detta bacchetta una delle guardie e c'intimò con mal garbo di desistere, con minaccia di chiamare all'armi, credendo forse che si tentasse una fuga. Non valsero le nostre assicurazioni, ed abbiamo dovuto adattarsi di stare tutta la notte al soffio del vento.
La mattina del 20 giugno fummo avvertiti che nel dopo pranzo si avrebbe proseguito il viaggio per Vienna. Alla domanda se quello era il luogo destinatoci per fermarci, ci fu risposto che te­nevano un plico suggellato da aprirsi in nn dato luogo e che quindi neppure i nostri custodi sapevano la nostra destinazione. Nuova istanza fa da noi fatta per scrivere alle nostre famiglie, e i funzionari, dopo di aversi fra loro consultato, hanno aderito, il Commissario Ferlan distribuì a ciascun di noi un foglietto di carta, assicurandoci che sarebbero state tosto spedite le lettere. In mezzo