Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno <1915>   pagina <824>
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G. Cappello
a tante angustie fu quello un momento per noi di ginja. Scrivemmo solo della nostra salute e di sopportare con animo e coraggio le sventure. Consegnammo aperte quelle lettere allo stesso Commis­sario, lieti cue almeno fra giorni i nostri stretti congiunti avreb­bero avuto nostre notizie, mi anche questa fa una menzogna di quel Commissario, mentre le nostre lettere furono solo portate a Venezia da loro stessi, quando ritornarono dal lungo giro fatto con tutto comodo.
Al dispotico Governo non bastava di avere in sue mani onesti cittadini, capi di famiglia, solo accusati di amare la patria, ma voleva torturare anche i parenti col tenerli privi di notizie del padre, del marito, del fratello. Il mio delitto di latti presso, quel Governo, non avendo mai potuto colpirmi con fatti speciali e po­sitivi, sì era quello, come ebbe a dirlo il Sig. Comandante Mili­tare Halemann a mia sorella Chiara, che io era uno dei primi a sapere le .notìzie della guerra, che era troppo amato in paese, e che nel caso di un attacco avrei esercitato troppa influenza sul popolo.
Sentendo che si progrediva il viaggio per Vienna, e che la notte la si sarebbe passata in vagone, ci abbiamo fra noi consul­tato, se le nostre ristrettissime finanze ci permettevano di fare a Lubiana un qualche acquisto di biancheria ed altro per ripararci dall'aria notturna* Coloro che avevano più denari spontaneamente ne offersero agli altri, ed il Francesuoni, con quella generosità che io -distingue., offrì a noi, suoi compagni' sventura, da ajutarci fino a che le nostre famiglie ci avessero soccorso, col procurarsi del denaro a Vienna da un suo Zio, Consigliere Aulico. In seguito a ciò ci fn accordato di fare un qualche acquisto di biancheria ed altro, e quindi abbiamo dato a quel Sig. Commissario Perlan ilei denaro effettivo, onde si prestasse a provvederci qualche camicia, mutande e fuzzoletfeoni da donna per ripararci dal freddo. Fece egli tali acquisti, eanjimmlo quel denaro in carta, e così procu­rassi un qualche vantaggio.
Alle ore 4 pom. comparvero i arditi soldati col Sig. Tenente e i due Commissari e fattici cscire dal cantere a due a due, in mezzo ai soldati, ci condussero alla stazione della ferrovia. La popola­zione di Lubiana era già stata avvertita dell'ora in cui noi pri­gionieri dovevamo lare quel tragitto e quindi la strada era piena