Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno <1915>   pagina <826>
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Ù. Cappello
nel piazzale di quella stazione, e colà si è divertito di farei cam­biare diverse posizioni in mezzo alla ilarità ed ai motteggi di que­gli insolenti spettatori. 11 degnissimo Sig. Grisogono vedeva e la­sciava fare. Finalmente fummo condotti ai vagoni e con la nuova scorta di Croati partimmo da Vienna, alle ore 8 circa ant., ed al­lora soltanto abbiamo potuto comprendere clie la nostra destina­tone era la Fortezza di Josephstad, in Boemia.
Quel barbaro Tenente, del quale non abbiamo potuto sapere il cognome, diede ordini severi ai soldati che stavano alla nostra custodia, in modo che ci sarebbe stato perfino vietato di parlare fra noi j neppure per una esigenza corporale si poteva discendere, e giammai ci fu offerto da mangiare, tantoché quei soldati più umani del Tenente, in qualche stazione acquistavano dessi del pane per dividerlo con noi.
A Brunii si fece una breve fermata e solo per interposizione del Commissario Ferlan, il quale esso pure era sdegnato del feroce contegno del Big. Tenente, ci fu accordato un po' di cibo, ma non lo abbiamo che veduto e pagato, mentre appena lo si era per as­saggiare fu dato il segnale di partenza, e quindi abbiamo dovuto tutto lasciare e proseguire il viaggio.
Foco lungi da Kfoiiggratz, in aperta campagna, fu fermato il convoglio e ne discese un generale con molta truppa. Fu quello un momento che turbò l'animo di taluni di noi, scorrendo l'idea per la mente che colà ci si volesse usare una qualche violenza-, ma d'altronde riflettendo1 che già ormai eravamo in loro potere e se avessero voluto esercitare una qualche brutalità contro di noi avrebbero potuto farlo dì notte e senza pubblicità, si ricomposero gli animi e tornammo di quel buon umore, eli e avevamo sempre consi rvato. Solo l'idea di essere posti sulla panca, e condannati alle verghe, era la cosa che ci rattristava? però eravamo tutti nella ferma intenzione di morire sotto il bastone, ma di sostenerci a vicenda, e di non compromettere chi si sia.
Poco dopo proseguito il viaggio, giungemmo finalmente a Tó-sephstadt alle ore 7 circa della sera. 11 Generale Comandante la fortezza era alla stazione ad attenderci. Appena si degnò di darci uno sguardo, e diede ordine a quel Tenente ed ai soldati di sig­iarsi ; eccoci alfine* dopo 5 giorni, lìberi da bajouette. Fummo con­seguati ad alcune guardie carcerarie, e, col mezzo di buone car-