Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno <1915>   pagina <828>
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0. Cappello
Erano camerotti di recente imbianchiti, della lunghezza di circa 8 metri e largivi C, con pavimento di tavola, nn solo balcone nm aito di grossa ferrata, resplciente nel lungo cortile, una robusta porta a due catenacci a chiavi estèrne, che metteva in un corri-dojo munito di altra grossa porta, pure con due serrature. Nell'in­terno del camerotto eranvi tanti letti di ferro quanti orsino i pri­gionieri, con solo pagliericcio, nere e grossolane lenzuola, una tavola dì abete nel mezzo, altra in un iàngolo, due panche e due scanni di tavola. Nella notte giravano pel cortile le numerose guar­die, che erano state appositamente richiamate dalla Gasa di forza di Praga, e si fermavano ogni qual tratto ai balconi per esplorare la nostra condotta. Nei primi giorni dulia priginnia CQU1privano all'alba due guardie nel carcere, e dopo una sirperneiale ispezione veniva spento il lume. In seguito però ci in tolta questa molesta visita notturna.
La mattina seguente al nostro arrivo venne il caporale a chie­derci cosa si voleva da mangiare nella giornata, ma noi non sape­vamo ancora quale metodo si tenesse, e se dovesse tutto stare a nostro carico, sicché per quel giorno fa assai modica la nostra ordinazione e fummo esattamente serviti.
Quelle guardie erano tutto .tedesche e non parlavano minima­mente in Italiano, pure ci fecero intendere che erano fatti prepa­rativi in quel carcere per ricevere 200 persone e che in quella sera si attendevano degli altri Veneziani. Difetti Bull'imbrunire del giorno1 23 giugno, all'ora dell' ultima corsa della ferrovia, ab­biamo sentito aprire le ferree porte di quelle prigioni, ed introdurre altri cinque infelici tolti alle loro famiglie,. gi<
Adriano Dott. Rocca, Avvocato di Venezia.
Francesco Baldi sserotto emWam di marina Anstriaea, e membro del Comitato di Guerra sotto il Governo Provvisorio di Venezia.
Bernardo Baldisserotto, farmacista suo fratello.
Vittorio Sul mirti, Impiegato al Municipio di Venezia.
Raffaele Sonzogno di Milano, il quale era stato carcerato da molto tempo, e lo si aveva fatto girare qua e là per trasporto per la Lombardia, come fosse un malfattore, e finalmente tradottolo a Venezia fu dato a nostro compagno di sventura. Venne assegnato a loro il camerotto N. 11.