Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno <1915>   pagina <831>
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Alcuna pagim di patrtottfano 881
di una qualche sommossa la città nel caso di un attacco, VAuto­rità pensò di liberarsene e di mandarli con noi, forse anche con la mira di farci uno sfregio per vederci recinsi con notori malvi­venti e precettati. Avrebbe dovuto di fatti essere qnello un avvi­limento per noi, ma dopo tante sventure eravamo capaci di supe­rare tali provocazioni. Uno di costoro per esempio era stato da me processato 6 anni dietro, ed era stato condannato a 5 anni per uccisione; ebbene questo individuo ebbe a rinfacciarmi che quantunque galantuomo mi trovava con esso. V'erano pure 5, o 6 individui che pochi giorni prima del mio arresto erano stati al dibattimento per titolo di furto, ed io era uno dei Giudici, e l'Avv. Bocca il loro difensore. Quindici giorni dopo eravamo tutti assieme in carcere e Giudice, ed Avvocato ed imputati.
A questi individui era pure stata accordata un'ora di passeg­gio nello stesso cortile, nel quale guardavano i balconi dei nostri camerotti. In quell'ora eravamo noi costretti a restare ritirati per non porci a contatto con quegli individui, i quali pretendevano da noi soccorsi. Full ameno per non avversarli si dava spesso a loro e sigari e pane ed altro. Quel Sig. Direttore Sebuchenaur doveva usare di tutto il suo rigore con taluno di quegli individui per mantenere la tranquillità e la subordinazione.
Dopo che avevamo dichiarato di mantenerci col proprio fu. distribuito a ciascun di noi un libro al nostro nome, nel quale ogni giorno si anno'tava tutto quello ci occorreva, e cosa si desi­derava di vitto pel giorno successivo, ed esattamente ci veniva somministrato quanto era stato richiesto. Tutto era a caro prezzo e per essere bene serviti da quelle guardie carcerarie, conveniva spesso regalarle di un buon numero di sigari, i quali venivano a noi stessi rivenduti nel giorno appresso, e qualche bottiglia di vino, assai costoso in quei paesi.
Trascorsi alcuni giorni quel Sig. Direttore si fece più socie­vole e conili scendente, e veniva spesso a trovarci nei camerotti. Ci accordò dapprima il giuoco degli scacchi e del domino, poscia le carte, e nelle ore di passeggio di giuncare alle palle, e ci fa pure concesso di tenere la sera il lume acceso.
Ciascun di noi nel rispettivo camerotto aveva le proprie incom­benze. OUi doveva rifare i letti, chi pulire le stanze, chi allestire la tavola per il pranzo e la cena, chi fare la pulizia agli abiti,