Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno <1915>   pagina <832>
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832 . (tomàio
insomma tatti dovevano avere una occupazione, e così si cercava di passare le ore con meno noia che fosse possibile. Seuoncuè le ore fatali erano quelle della notte. Allorquando si appoggiava il capo sulla dura paglia, tutte le nostre idee si rivolgevano alla famiglia lontana da noi ben oltre 700 miglia. Il sonno non poteva impadronirai di noi, e quindi imprecando contro il governo Au­striaco, e la sua tirannide, eravamo costretti la maggior parte delle notti ad alzarci, premiere una bottìglia di vino, ed un sigaro e giuocare alle carte, e così allontanare da noi i tristi pensieri
Alle ore 7 circa del mattino si faceva colazione- Al mezzo­giorno ci veniva portato 1 pranzo, e la sera, dopo il passeggio, si cenava. Sebbene eravamo in quel carcere in 29 e col piccolo Be-retta in 30 e forse non tutti delle stesse opinioni politiche, pure vi fu sempre un perfetto accordo fra noi, rispettandoci a vicenda, e ben presto anche i compagni Lombardi strinsero con noi vera amicizia, vieppiù, cementata pel luogo in cui ci trovavamo assieme, e per la medesima causa di amare la patria, e di volerla libera ed indipendente.
Dopo 15 giorni circa che eravamo colà, finalmente ci pervenne qualche notizia dalle nostre famiglie; ma la crudeltà era spinta al segno che non potevamo neppure leggere e vedere gli scritti dei nostri stretti congiunti, perchè qufiàl Direttore aveva ordine dì leggerli lui stesso, e poi di trattenerli. Appunto in tale occasione abbiamo potato conoscere l'ottimo cuore del Sig. Sciiti eh murar. Voleva egli eseguire l'ordine impostogli, ma sentendo le espres­sioni affettuose che la moglie, il fratello, i figli scrivevano a noi, gli cadevano le lagrime dagli occhi, ;eJtì*f dava a noi le lettere da leggere, e poi gliele rtiifcuìamoi Da- principio non oi era per­messo di scrivere ai nostri di famiglia, ma si doveva dire al Sig. Direttore quello che si voleva far sapere ai propri parenti, ed egli doveva assumere un processo verbale, indi trasmetterlo alla Luogotenenza di Piagai è questa alla Luogotenenza di Venezia, poi passava alla Direzione di Polizia, indi al Commissario del Sestiere, e finalmente si mandava a chiamare dopo 20 giorni que­sto parente e gli 6i comunicava il tenore del processo verbale. In seguito ci fu accordato di scrivere noi stessi le lettere, ma dove vauo passare la stessa trafila di ufficj prima che giungessero alla destinazione.