Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno <1915>   pagina <834>
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(?. Cappello
Appena fuori del nostro recinto carcerarlo vi era altro locale destinato pegli infelici condannati Ungheresi. Questi, affacciati allo inferriate, ci mandavano "bacì, e noi pure di nascosto li saluta­vamo, ma sotto ai balconi giravano due sentinelle, e quindi dove­vamo stare ad una qualche distanza, ed anzi una volta, essendosi forse troppo approssimato l'Avv. Bocca, una di quelle sentinelle dei cacciatori Tirolesi gli Iia dato un calcio e lo gettò in mezzo alla strada.
In quella fortezza vi era allora la guarnigione Italiana, com­posta quasi tutta di Lombardi; sicché questi giovani, saputo che noi prigionieri del Veneto si andava talvolta a quello Stabilimento di bagni, venivano lungo la via che si doveva percorrere per darci un saluto;; ma ben presto fu ad essi vietato dal quel' Comandante di passeggiare per quella parte.
Josephstadt è una piccola fortezza di nuova costruzione ai confini della Boemia verso la Prussia. Può contenere appena 3000 abitanti, ma vi sono caserme per oltre 20 000 soldati. Trovasi in altura e domina un vasto piano specialmente al Nord. Il capo­luogo del Distretto è Jeromttz a mezzo miglio di distanza, nella Provìncia di Kouìggratz. Le case sono piccole, a due piani, decen­temente mantenute anche nell'esterno con molti fiori sui balconi. I viali attorno alla fortezza sono spalleggiati da alberi di grosso e lungo fusto. Pochi uomini si veggono in giro e sono con faccia piuttosto abbronzito, e serti. Le donne invece brillanti, attive, di media statura, non belle, ma molto espansive, e per noi Italiani mostravano tutto l'interesse. Allo Stabilimento dei bagni vi erano due giovani, le quali andavano a gara per servirci con premura ed attenzione. Quel Sig. Direttore per farci cosa grata, talvolta prima di ritornare al carcere dopo tatto il bagno, ci conduceva in qualche sito vicino o nel giardino militare, od in un bosco, od in qualche birraria, ed altra volta ci condusse a prendere il latte da una donna di campagna, la quale ci servì con tutta la pre­mura, e non ha voluto pagamento, invitandoci anzi per altro giorno con assicurazione che avrebbe Mio di tutto il suo meglio per farci trovare una più lauta colazione.
Se sono stato fedele nel descrivere quanto di male abbiamo passato, è giusto che abbia pure ad essere veritiero per quel poco di bene che ci fu dato di gustare, mercè la condiscendenza di