Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno <1915>   pagina <837>
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Alcune payitnfl ài patnottùmo 837
eravamo affezionati a lai e per il suo ottimo onore e per il BIIO contegno verso di noi sicché il di lui allontanamento lo conside­ravamo come nna disgrazia. Si congedò con le lagrime agli occhi, e noi lo abbiamo baciato, assicurandolo, della nostra riconoscenza, e della grata memoria che avremmo sempre conservata di Ini.
Gli successe come Provvisorio Direttore certo Sig. Commissa­rio S'ftrr, proveniente da Milano, e che era stato anzi colà carce­rato nei primi giorni del Governo Italiano. Era un*nomo sui 50, ridìcolo nella persona e nel vestito. Voleva farsi credere generoso e liberale ed invece tendeva a toglierci tutte quelle permesse faci­litazioni che ci erano state accordate dai Schuchenaur. Veniva pur desso a trovarci, parlava molto di sé, e ci faceva delle lunghe ed estese dissertazioni di polìtica, non so se eolPidea di conver­tirei. Doveva però aver compreso che le nostre opinioni erano ben diverse dalle sue, e che quindi era tempo sprecato. Era infatti un véro Commissario di Polizia Austriaca.
In quei giorni venne pure a Josephstadt altro tipo singolare, ed era quegli un nuovo Amministratore della Gasa. Era un uomo grande di statura, pingue, serio e di poche parole, vero modello dell'usuraio e dillatri dopo la di lui comparsa non eravamo più così bene serviti, come nel "tempo della direzione del Scliuchenanr.
Eravamo quasi al termine del mese di agosto, e niente si sa­peva sulla nostra sorte. Il Sig. Siirr ci voleva far credere di es­sere in relazione con alti personaggi e ci parlava sempre con mistèr ma fra noi si ragionava che una volta fosse già ritenuto elio le Venete Provincie avessero a rimanere soggette all'Austria, cessava il motivo di trattenerci ancora colà senza assoggettarci ad nn formale processo.
JNiel giorno 29 agosto, poco prima del mezzogiorno, allorquando eravamo per ritirarci nei nostri camerotti dopo il passeggio, ci venne comunicato che erano venuti in quel recinto il Generale Comandante la Fortezza, ed il Sig. Direttore Siirr, vestiti iu uni­forme. Giammai quel Generale si eijf fatto vedere da noi, sicché abbiami) tosto pensato, che questa sua comparsa col Direttore do­veva avere un qualche grande scopo. Dibatti così fu.
Quei Signori andarono in tutti i camerotti, e quanto al mio posso assicurare che fu un'apuli comica comparsa. Chi di noi era gdrajato sul pagi taricelo, chi mezzo vestito, e chi occupato in