Rassegna storica del Risorgimento
VENEZIA ; CAPPELLO (FAMIGLIA)
anno
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1915
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pagina
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844
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9. Cappello
APPENDICE
Ora che finalmente le Venete Provincie e Mantova fanno parte del Begno d'Italia, ed è assicurata la loro nazionalità ed indipendenza, e posso quindi ritornare lieto in patria dopo 7 anni di emigrazione, trovo opportuno di fere un'aggiunta alla memoria da me già compilata nel febbraio 1860 di altri fatti, che mi riguardano dopo quellVpoca.
"Nel giugno 1860, essendo io stato nominato dal Ministero di Torino a Consigliere ai Tribunale di Brescia, i miei figli tentarono ogni mezzo per poter avere un passaporto, onde meco riunirsi, ma il Governo Austriaco, dopo averli tenuti a bada per più tempo, finalmente il già noto Luogotenente Toggembnrg ebbe a dire a mio figlio Jacopo, cbe a nessuno della mia famiglia si concederebbe passaporto, e die anzi mi consigliava di ritornare a Venezia. In seguito ad una si aperta negativa, avendo già lo stesso mio figlio Jacopo tutto predisposto, nel giorno appresso egli con le due sorelle, la Zia Chiara e la cameriera andarono tutti in Adria, e con l'assistenza dell'ottimo patriotta Sig. Girolamo "Viviana, il quale prodigò ogni cura ai miei di famiglia, passarono il confine a Codigoro, avendoli ospitati per due giorni in una sua casa in quelle valli, onde disporre con suo fratello Giuseppe il più, facile passaggio. Bendiamo grazie a questi benemeriti Cittadini, che tanto si prestavano per favorire l'emigrazione del Veneto, con continua esposizione verso quel rigoroso Governo.
Giunti a Ferrara, dopo un viaggio penosissimo e disastroso, nella sera del 10 luglio 1860 arrivarono finalmente a Brescia. Quale fosse la mia angoscia in quei giorni nella tema che venissero sorpresi per viaggio non posso descriverlo. Chi non è padre non può formarsi una idea delle forti emozioni dolorose che io provai in quella occasione. Alla vista dei miei figli dopo 6 mesi di barbara separazione mi si inebbriò il cuore di una gioia indicibile, e strettili al seno giurammo di non più ritornare dove dominava l'Austria, bene memori quanti affanni e tormenti abbiamo passato sotto quel Governo.
Poco dopo la mia partenza da Venezia per ordine: di quel Sig. Imo* gotenente mi fu praticato il sequestro politico sulla mia sostanza. Ben sei Curatori si susseguirono, e forse per pusillanimità ninno di essi nep-
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