Rassegna storica del Risorgimento

UNIT? ITALIANA ; NAPOLEONE I
anno <1933>   pagina <10>
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Arrigo Solmi
vano fino allora depressa e raggiungendo la libertà e i'undipenden-ssa (1).
Senonchè la creazione di queste repubbliche non poteva piacere al Direttorio francese, né forse al. conquistatore, che miravano esclu­sivamente al dominio militare e agli interessi della Fi-ancia; e per­ciò essi non consentirono mai, se non parzialmente e a fatica, quelle unioni che avrebbero potuto dare una base ferma all'indipendenza italiana, se non per le piccole e non temibili creazioni della Cispa­dana o della Cisalpina.
Questa situazione è veduta e descritta con esattezza in una let­tera di un diplomatico italiano in Parigi!, fin dal luglio 1796 ; Si desta, negli Italiani, egli scriveva, il capriccio di fare una repubbli­ca o altrettante repubbliche separate Tutta questa gente credono
che la Repubblica francese darà loro tutto il braccio per ristabilirsi. L'amore della novità fa loro credere che l'interesse loro sia lo stesso che quello del Direttorio. L'interesse della Francia non è di fare una repubblica potente in Italia e non è neppure di fare tante re­pubbliche separate, perchè queste potrebbero, in un determinato mo­mento, riunirsi in una sola confederazione e dare assai da pensare alla Francia. L'interesse della Francia è di escludere l'imperatore d'Italia (s'intende l'imperatore d'Austria), ma non di suscitargli
contro un'altra potenza nuova, l'Italiana Egli (il Direttorio)
presentemente vuole accrescere le difficoltà agli Austriaci di ritor­narvi, lascerà mantenersi qualche città, Se ciò giova al suo fine, e l'aiuterà anche a sconcertarsi1..... (2).
Questa visione è esatta; è esatta in ogni suo punto, e chiarisce
(1) Monitore bolognese, 11 ott. 1706. Si tratta di una lettera anonima di un Italiano, ed essa fissa tre voti: primo, che l'Italia divenga una vera Nazione, lasciando la gelosia e l'iniridia elio divido ora i diversi Stati fra loro; secondo, che l'Italia sia Ubera, d'una libertà democratica, fondata sull'uguaglianza, ma non tale che, per conseguire il suo fine, creda di dovere insultare e perseguitare i nòbili, perone altrimenti questi sarebbero costretti a raccogliersi attorno a quei troni, che si vogliono abbattere per sempre; e terzo, ohe si istituisca un migliore sistema d'educazione, affrancato dai tristi influssi del dispotismo e del fanatismo, ma non però avverso alla Religione, giaèdhè, se si Insolera serpeggiare noM'airamo l'infausto sospetto ohe a render lìberi gli Italiani Bia d*uopo lo scuotere il giogo di religione, si vedrò tutta l'Italia abborriro la repubblica.
(2) Lettere di vari illustri italiani e stranieri. Roggio Emilia, Torre-giani, ltt, IV, pp. 200-10, specialmente p. 207. La lettera è soritta da 0. B. Ven turi, abate, filosofo e naturalista, òhe aveva accompagnato nel giugno 1700 a Pa­rigi, come segretario, il pienipotenziar ip del Duca dì Modena, e porta la data: 28 luglio 1796.