Rassegna storica del Risorgimento
UNIT? ITALIANA ; NAPOLEONE I
anno
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1933
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pagina
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12
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12 Arrigo Solmi
dell'indipendenza e dell'unità, già precedentemente riva, riceve ormai nell'animo della grande maggioranza degli Italiani, nna precisione di sostanza e di forme, la quale, se anche non è sempre apertamente manifestata, poiché si teme qnasi di sperare troppo e di soffrire amare delusioni, non può ormai più venir meno. Questa idea, lungamente avversata da circostanze esterne sfavorevoli e dagli errori italiani, dovrà trovare tardi, ma sicuramente, la sua realizzazione.
Gli Italiani, se anche si erano talvolta illusi, non avevano avuto bisogno di attendere la reazione austro-russa per vedere con precisione che ben poco si' poteva attendere dal dono di interessati e gelosi stranieri. I più generosi e i più illuminati tra essi, consapevoli che soltanto l'unità avrebbe dato all'Italia l'indipendenza e la libertà, consapevoli ormai che dai Francesi non si dovesse nulla sperare di concreto per il bene d'Italia, iniziarono quelle leghe segrete, di cui il secolo XVIII aveva già dato l'esempio, e dettero a queste leghe un colorito schiettamente nazionale.
E' noto che il Botta, nella sua Storia d'Italia, dopo aver narrato gli straordinari avvenimenti di quel memorabile anno 1796, passa ad esaminare i nuovi pensieri politici che sorgono nella mente degli Italiani, e non soltanto di quelli che già prima erano favorevoli alla rivoluzione francese, ma soprattutto dei più savi e prudenti, i quali vedevano ormai inevitabile un profondo mutamento delle antiche condizioni d'Italia e giudicavano necessario di accostarsi pacatamente ai nuovi ordini politici, per preparare un migliore assetto della patria. Ora fra costoro, secondo la sua narrazione, vi erano due direttive : perciocché alcuni più timidi o di più corta vista, amavano i governi spezzati; altri, innalzando l'animo a più alti pensieri, desideravano l'unità d'Italia, perchè credevano che l'Italia spezzata altro non fosse che l'Italia serva . E, proseguendo nel suo esame, egli asserisce -che, mentre i primi erano ama ed accarezzati dai Francesi, i secondi erano odiati e perseguitati. Chiamavano questi ultimi, dice il Botta, come se fossero gente di molta terribilità, la lega nera; e di questa lega nera avevano i capi dell'esercito più paura che dei Tedeschi, perchè e la potenza di lei di per se stessi alle menti loro esageravano, ed era loro esagerata dagli Italiani, adulatori' o rapportatori, che credevano che il dar sospetto ai francesi facesse stimare più necessari i servigi loro. Pieni erano gli scritti, piene le parole segrete di questi rapportatori ai generali e commissari della Repubblica del nome della lega nera, ed io lio-