Rassegna storica del Risorgimento

UNIT? ITALIANA ; NAPOLEONE I
anno <1933>   pagina <17>
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L'idea dell'unità italiana nell'età napoleonica if
se noa a patto di costituire, nell'eterno cozzo delle due aspirazioni egemoniche, francese e tedesca, uno Stato centrale, che facesse da bilancia, il quale non poteva essere che lo Slato italiano.
Come ho esposto altra volta, l'ardita idea del Melzi', che era quella di molti altri italiani, fu respinta. Ma l'organismo, che nac- que da quelle incertezze, la Repubblica italiana, consentita da Buo-naparte e creata nei Comizi dì Lione, fu già un avviamento a que­sta idea monarchica, che doveva molti decenni dopo trionfare. La Repubblica italiana, proclamata nel gennaio del 1802, già più vasta e più forte della vecchia Cisalpina, e con la speranza di! ricevere, secondo che pareva imminente, le accessioni di Parma e di Piacenza, forse anche del Piemonte e di altri territori, appariva come una creazione più stabile e tesa verso l'unità. Questo orientamento si precisò, nonostante quelle mancate accessioni, nel Regno d'Italia, proclamato solennemente nel maggio del 1805, tra l'entusiasmo di una parte notevole dèi patriotti italiani. Se anche fu subito evidente che il despota, onusto di vittorie, non pensò mai seriamente all'in­dipendenza italiana, tuttavia parve che egli tendesse, coi Regno d'I­talia, ad una forma sia pure imperfetta d'unità; e da questo orga­nismo per cui la penisola, già smembrata in tanti e illogici governi, appariva ora divisa appena in tre parti, Provincie francesi, Regno d'Italia, Regno di Napoli, tutte tre sotto uno stesso dominatore, sotto una stessa legge, sotto uno stesso destino; da questo organi­smo, dico, sorgeva vicina la speranza dell'indipendenza e dell'unità.
E fu questo ideale di unità monarchica che apparve vivo ed ar­dente agli occhi degli Italiani! illuminati, allorché la caduta di Na­poleone, nei 1814, e poi le incertezze politiche e le guerre, che a que­sta caduta succedettero, consentirono ad essi di guardare, con più libei'tà e con più speranza, alle loro sorti. Alla salvezza del Regno d'Italia mirava l'azione politica e militare del viceré Eugenio, che, nell'aprile del 1814, si proponeva di farsi sovrano della parte d'I­talia, che si era mostrata più fervida e più operosa; ad una specie d'unità, sotto il patrocinio inglese e tedesco, pareva mirasse fin d'al­lora il Re di Napoli, Gioacchino, che era conscio ormai dell'idea e delle speranze degli Italiani, per quanto si mostrasse politicamente incapace di soddisfarle per la giusta via.
La conclusione di tutto questo moto d'idee e di speranze si ebbe, poco appresso, nel maggio del 1815, allorché, tra le molte voci di-cordanti, che correvano allora per l'Italia, si levò sonante e lìmpida