Rassegna storica del Risorgimento

D'ANCONA ALESSANDRO
anno <1915>   pagina <867>
immagine non disponibile

conda città del granducato, citta universi tatto e città di forestièri-, conservava la fisonomia ritratta nei versi del Guadaguoìi e del Giusti, che vi dimorò fino al 1834, e quella dei tempi che videro le stravaganze di Lord Byron, verso il 1822 ; teneva la cattedra di letteratura italiana nel pisano Ateneo il professore Giovanni Rosiui, che da sei anni aveva pubblicato La Signora di Monza ; Francesco I imperatore d'Austria era moribondo a Schonbrunn e il Giusti temperava la penna per scrivere il Dies trae.
La famiglia, onde nasceva il nostro Alessandro, era una di quelle famiglie israelita da molte generazioni trapiantate in Italia e che si erano naturalizzate italiane e amalgamate alle popolazioni indigene già prima che fossero soppressi i ghetti e Che la libertà abolisse ogni disuguaglianza civile; ond'è che la nuova Italia non conobbe le turpi agitazioni antisemitiche di cui ebbero a vergo­gnarsi le più. civili nazioni, la patria di Voltaire non meno della patria di Kant, ed ebbe tra gli israeliti italiani assertori solleciti e fervidi, le cospirazioni li .ebbero affiliati accorti e devoti, ed a quella, che ben potettero considerare come patria, essi pagarono i loro futuri diritti civili con gli esili e con le prigionie; basti ri­cordare l'impavido Giuseppe Pinzi, che si direbbe disceso dalla famiglia dei Regoli, e i cospiratori mazziniani Angelo ed Emilio TJsiglio con Giuseppe Vitalevi; fra i garibaldini due Uziel, Enrico e David, prodi fra i prodi, ed Enrico Guastalla, Eugenio Ravà col superstite Riccardo Luzzatto, tre dei Mille. Costituito il Regno, ci furono eminenti parlamentari israeliti o d'origine israelita, di­plomatici e alti funzionari dello Stato; e nelle lettere, nelle scienze, nella musica, senza parlare delle industrie e dei commerci, gì' israe­liti italiani conquistarono posti di prima importanza; anche qualcuno di essi si segnalò nella carriera militare sebben da secoli la razza fosse dissueta alle armi. Son certo che il nostro italianissimo D'Ancona non disapproverebbe questa digressione.
*
Se l'agiata famiglia, onde nacque il Nostro, dette certo dei mae­stri al giovinetto (egli ricordava Giacinto Casella, erudito geniale che intese nelle letterature straniere più che; non usasse allora tra ì letterati d'Italia, e quel ITicolò Giorgetti al quale dedicò un