Rassegna storica del Risorgimento

D'ANCONA ALESSANDRO
anno <1915>   pagina <868>
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88 p. Barbèra
Carme, che è il n. 1 della bibliografia d'anconiana), egli .soprat­tutto studiò da sé, fineliò non andò a Torino e s'inscrisse alla Facoltà di legge in quella Università ; ma ciò che lo spinse giova­nissi mo lontano dalla sua città natale, dalla sua famiglia, fa spe­cialmente la passione patriottica, la vocazione politica, clie si manifestò in lui assai precocemente e che rimase la passione più intensa, la vocazione prevalente. Torino era allora la Mecca d'Ita­lia, la città ove aveva riparato il fiore del patriottismo italiano, un'emigrazione di uomini e donne di fede provata nei più duri e rischiosi cimenti, che considerava la vita come una missione per il risorgimento della Nazione italiana unita e indipendente da do­minazioni straniere; a Torino era la reggia di quel principe che, raccolta la corona sabauda sul campo insanguinato di Novara, si era giurato di cambiarla con la corona d'Italia e di salir con essa in Campidoglioj a Torino c'era Camillo Cavour, il ministro che aveva sentito di esser il predestinato ad attuare il sogno di quelli statisti e di quei pensatori che avevano divinato la Terza Italia e preparato nella coscienza italiana il suo avvento.
A Torino il 0.' Ancona non fu uno scolaro molto assiduo al­l'Università, né molto infervorato per la disciplina della facoltà a cui si era ascritto: ma, sebben giovanissimo, non condusse vita spensierata e goliardica, non cercò le allegre brigate e le facili avventure della bohème studentesca: frequentò i ritrovi politici, procurò di conoscere gli emigrati più meritevoli, dì accostarsi agli uomini di maggior conto, quelli che sarebbero stati gli ispiratori e gli attori della politica italiana; ad essi il giovane studente pi­sano portava il messaggio del patriottismo toscano, le aspirazioni di quei suoi conterranei che, dopo le delusioni del 48 49, non si erano scoraggiati, non avevano perduto la fede, ma avevano inteso che per altre vie, per altri porti si doveva venir a piaggia, e guardavano pieni di speranza e impazienti al piccolo Paese ai piedi delle Alpi.
Lo stesso D'Ancona ha ricordato il suo primo incontro col Conte Cavour in un momento tragico della vita del grande Sta­tista. Era giunto un telegramma da Parigi che trasmetteva la pro­posta inglese del disarmo dell' Austria e del Piemonte, consigliando a Vittorio Emanuele di accettarla. Una tempesta ferveva nel cer­vello del Ministro, che nel suo turbamento ebbe a dire non re-