Rassegna storica del Risorgimento

PISACANE CARLO
anno <1933>   pagina <59>
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Nuove ricerche sulla vita sentimentale di Carlo Pisaame 59
quell'ardente passione: tentai le mille volte di partire per l'Estero, a seconda, e l'altro ardente desiderio che io avevo M gloria militare, desiderio che io ora ho deposto ai piedi di Emochetta, e che sarebbe stato il solo che avrebbe potuto lenire la piaga che mi struggeva, ma tutte le strade mi furono chiuse. Io continuai ad avvicinare En­richetta : tra noi non vi era che una corrispondenza muta, io l'ado­ravo, come l'adoro, con la devozione (con cui) si può adorare una divinità finalmente Enrichetta mi ha detto je t'aime il 1 giu­gno 1845 .
Sono noti, per il racconto che ne abbiamo fatto altrove, gli eventi principali che condussero la coppia a fuggire da Napoli, silloge dei documenti permettono di penetrare assai più addentro a quelle vicende e scoprono un carattere fermissimo ed originale di donna, quello dì Enrichetta Di Lorenzo, che era rimasta finora nell'ombra.
Affianco alla lettera del Pisacane inviata ai parenti, questa della Di Lorenzo, che qui pubblichiamo, ha un valore integrativo non lieve. E la vita spirituale di lei, con le sue aspirazioni1, la sua passione amorosa, i suoi disdegni, le idee sociali che aveva potuto formare sotto l'influenza del suo Carlo, fanno parte, oltre che ne-cessariamente della biografia morale del Nostro, della storia spiri­tuale e civile del tempo in cui il Pisacane visse :
Cara madre mia. Nel momento in cui riceverete questa mia lettera mi crederete al certo la più scellerata donna, la più snaturata madre, la più ingrata figlia; tale mi dichiara la società ed io non cerco di scu­sarmi : dico solamente di avere seguito le leggi della Natura, sola so­vrana legittima dell'Universo. I sentimenti che io nutro sono tre : l'amore di madre, quello di figlia, e quello (più forte degli altri) che sento per Carlo, i due primi hanno ceduto alla forza maggiore dell'altro, ho do­vuto abbandonare i miei figli voi per seguire il mio amante : eredo poter resistere al dolore di perdervi, ma non a quello di dividermi per sempre dall'uomo impareggiabile che amo. Disgrazia è stata per i figli miei di avere una tal Madre, ma essi mi avrebbero in tutti i modi per­duta, separata da Carlo sarei morta, ne son sicura ;. la vita presente era troppo dura per durare alla lunga ; la nostra virtù ci costava troppo cara, e giammai ci saremmo piegati allo tatù :eo;o>ue che ci sembrava troppo turpe*: Ite ruvide maniere di DionisiOj le sue grandi sporchezze, erano per me insoffribili.; dovere con sommo disgusto avvicinare quo* st'uomo, dal quale era trattata e disprezzata come vilissima donna,