Rassegna storica del Risorgimento

PISACANE CARLO
anno <1933>   pagina <65>
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Nuove ricerche sulla vita sentimentale di parlo Pìsaoane 65
il quale a sua volta si era messo in comunicazione con un suo socio di Parigi, certo Staiti, perchè si interessasse al ritorno della En-ricnetta. Achille Di Lorenzo si trovava nella posizione più critica in cui possa incappare un uomo : l'affetto per sua sorella, che in fondo non stimava colpevole, e Pattaccamento per tutti i pregiu­dizi della mentalità retriva sulla quale era fondata tutta la vita sociale dì! quel tempo.
Dal carteggio che di lui! si conserva con il Ciancili Hi, con lo Staiti e con altri, appare che egli non lasciò priva la sorella di soc­corsi materiali e di aiuti morali. E insieme allo zio Carlo interessò alla cosa i due fratelli Florestano e Guglielmo Pepe, e poi anche Giuseppe Ricciardi, esule in Francia. Tra le carte Di Lorenzo si trova, infatti, tra l'altro, la seguente lettera:
Castellammare 8 agosto 1847.
Vi copio qui appresso, caro Achille, un articolo dell'ultima lettera di mio fratello : Conoscendo l'amicizia tua per la famiglia Di Lorenzo, avrei fatto e farei ogni gentilezza alla disgraziata giovane, ma come fare se non si distacca mai dal seduttore 1 Oltre a ciò bisognerebbe soccorrerla e tu, per conformarti alla volontà dei suoi parenti, mi vieti di darle il minimo soccorso finché viva in compagnia di colui. In altra mia lettera ti scrissi che trovasi incinta e che non bisognava farla pe- rire di miseria. Io non l'ho mai veduta, sono pronto a fare per lei 4 tutto ciò che mi indicherai .
Ossequio tutta la vostra famiglia, salutando caramente don Carlo.
Vi prego volermi partecipare le più minute notizie del Conte ed ogni altra che potrebbe interessarmi.
Sono affettuosamente vostro di cuore Florestano Pepe.
Anche Giuseppe Ricciardi vide Carlo Pisacane a Parigi, in quel­la primavera del '47., ei a testimonianza dei suoi buoni uffici si con­serva la presente lettera (22):
(22} DÌ {Questa lettera fn pubblicato una specie di largo riassunto da A. 0ON-srauo, neWìtuMà letteraria del 20 giugno 1932, La pubblichiamo per la prima vòlta dall'autografo, testualmente.