Rassegna storica del Risorgimento

PISACANE CARLO
anno <1933>   pagina <71>
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Nuove ricerche sulla vita sentimentale dì (Jorio Pteacme 71
pace di simile bassezza. Voi mi risponderete, buona Madre mia, che, tornando, io potrei esser certa di non mai unirmi con Dionisio; ma con qual garenzia? La moglie è schiava venduta al marito, la vostra parola potrebbe assicurarmi di essere al coperto delle prepotenze che potrei soffrire? Quelle sinora sofferte sono delle pruove di mio svantaggio. Mio 'Zio, e compagni, se avessero scoverto delle intenzioni ostili in Dionisio avrebbero dovuto placarlo o almeno non incaricarsene, ma al contrario, essi hanno unito tutti i mezzi possibili per farmi del male, giacche tal nome merita il chiasso fatto sul mio conto a Livorno, ed il farmi chiu­dere in Parigi fra le donne pubbliche, senza neanche avere la previ­denza d'informarsi dei trattati; quindi questi uomini, se avessero cò­luto il mio bene, avrebbero dovuto agire in modo diverso e non così bestialmente senza ottenere alcun successo, avrebbero potuto qualche- duna di loro raggiungerci, trattare di farci persuadere con le buone da qualche amico : niente al certo avrebbero ricavato, ma sarebbero state le sole armi da me temute, come che mi avrebbero mostrato af­fezione ed interesse, ma la prepotenza senza risultato mostra odio e desio di vendetta, quindi non posso supporre che voi qual madre amo­rosa, voi forse ugualmente vittima (poiché non crederò mai che col vo­stro con Benso hanno fatto avere, al povero giovane, che tanto amavate un ordine di polizia per non farlo più venire da voi bastando al certo un vostro ordine) potreste consigliarmi di gettarmi alla cieca fra questa gente contro dei quali non avrei nessun'arma per difendermi. I mezzi che avevo sono interamente finiti, essi non erano quel che voi credete, giacche il bisogno dopo il tanto danaro speso a Livorno per fuggire, mi fece vendere gli orecchini, unico oggetto di gran valore, per la metà di quelli che valevano, e li vendei in Marsiglia non avendo più un soldo, e di ciò sono colpevoli gl'imbecilli persecutori, giacché il danaro che avevamo ci sarebbe bastato per arrivare a Londra. Io ho del mio, ne credo possa esistere nessuna legge naturale che mi condanni a mancare dei mezzi di sussistenza, e quindi voi, cara Madre mia, dovete a ciò pen­sare ed al più presto possibile.
Io sarei pronta ad affrontare tutti i dolori già detti se fossi garan­tita da una separazione legale, solo mezzo che potrebbe farmi abbrac­ciare ancora i miei cari figli e voi* ma per il momento è indispensabile che mi inviate qualche somma di danaro, se non volete esporre vostra figlia a delle tristi figure in un paese straniero. Potete essere certa che subito ohe avrò i danari bastanti per vivere, come spero, non vi farò alcun altra domanda di danaro. Addio, Madre mia, abbraccio tenera­mente tutte le sorelle mie è fratelli, mille e mille baci ai figli miei cari,