Rassegna storica del Risorgimento
PISACANE CARLO
anno
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1933
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pagina
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73
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Nuove ricerche sulla vita sentimentale Ai Carlo Pisacane 73
io sola occuparmi della sua educazionèiì .Siccome quasi tutti i giorni mi procuro il piacere di baciare i capelli dèi figli miei, e con essi la lettera che soia ho ricevuto dà voi, rileggendola ho mèglio ìrJfletButo su eie che dite : il tempo consolatore di ogni male farà dimenticare il fattói
Io non desidero affatto far dimenticare l'accaduto, se le cose si conciliano in modo da farmi ritonare, io considererò sempre di appartenere a Carlo, anzi spero che si dimentichi da tutti che io ho appartenuto, a Dionisio, il quale stimerò sempre come amico, e che questa mia passata prostituzione sia stata causa della mia età e della mia inesperienza.
Sono in grande aspettativa della vostra risposta, che spero avere per il giorno 25 del corrente1,, e vi prevengo che se essa non è quale io la sperò, non crederò mai che vi sia stata dettata dal cuore, ma bensì dalle persone che vi circondano. Mi viene assicurato che voi state di perfetta salute, ma io amerei molto di saperlo da voij il tempo vi ha consolata? Cara Madre mia, non siate più crudele con me, parlatemi molto dei figli miei, di voi, delle mie care sorelle, dei fratelli, di tutti quei che ancora mi amano, io a tutti voglio bene ugualmente come allora che ero in Napoli.
Ricevei una lettera di Achille a cui ho risposto per mezzo del Cav. Staiti, spero che troverete giusto ciò che domando. Sarei curiosa di conoscere chi ha osato dire ch'io avevo portato meco la somma di diecimila franchi che non mi appartenevano ; allorché io dissi gli oggetti che avevo portati, tutte le Autorità risero di quest'accusa, qualificavano col nome di birbante fripon l'accusatore, ed io faticai per persuaderli che non era un fripon , ma un imbecille, che credeva di potere ugualmente disporre degli oggetti a me donati, i quali erano molto al di sotto di una tal somma, giacché tutto ho venduto per la somma di 5000 franchi, ed erano stati apprezzati in Napoli 7000 franchi.
Questa circostanza indica chiaramente, che l'intenzione dei miei persecutori non è di volermi far ritornare in Napoli, ma bensì di vendicarsi vilmente.
Vi rinnovo la preghiera di pagare a chi vi darà le vestine dei cari figli miei l'importò del dazio. Vi supplico di dare cento baci da parte mia a Manina mia, a Poppino mio, ohe per sola necessità non potetti nulla inviargli il giorno del suo nome che pur troppo ci pensai, al mio caro Eugenio, cui, se potrò spero inviare un tProlà iRKty.J per il 29 agosto ; so che essi stanno benissimo, e mi sono consolata nel sentire che escono quasi tutti i giorni, cose che mi fanno sempre più trovar contenta di ciò che ho fatto perchè i figli miei soli che avrebbero potuto ingiustamente soffrirne non ne hanno sofferta alcuna variazione. Addio tenera Madre,