Rassegna storica del Risorgimento

PISACANE CARLO
anno <1933>   pagina <80>
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80 Aldo RonumQ
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mente, nulla CJ è stato possìbile rintracciare nell'archivio napoleta­no ài casa Dì Lorenzo.
La prima <p [èsse, datata ai M apiifej fel 1850, corrisponde al­l'epoca in cui il Pisacane trovvasi a Londra da cinque o sei mesi con la speranza di ti'ovar lavoro dopo il triste soggiorno di Lugano : ma anche colà, invece, dopo aver cercato invano altri mezzi di so­stentamento, aveva dovuto assoggettarsi ad impartii" lezioncelle di matematica a fanciulli di famiglie abbienti. A nulla gli era valsa neanche la raccomandazione di Mazzini. Molte parole, moltissimi segni di simpatia e di stima, da parte di tutti gli inglesi amici del­l'Italia ed ammiratori del grande Esule, ma non una sola proposta concreta di lavoro che avesse potuto alleviare i disagi economici dell'ex >apo di stato-maggiore della Repubblica Romana ! Né un uo­mo della tempra di Carlo Pisacane, né la sua compagna, che ab­biamo visto in fatto di dignità nutrire sentimenti così radicali e re­cisi, potevano acconciarsi minimamente a ricevere da quella brava gente aiuti men che decorosi. Questa dovete essere la vera ragione perchè essi abbandonassero la casa ospitale di Matilde Biggs, e se ne tornassero alla vita punto lieta di Londra.
Mentre il soggiorno inglese ebbe importanza decisiva sulla for­mazione del pensiero del Pisacane, giacché al contatto con i maggio­ri campioni della democrazia francese, esuli come lui in Inghilterra, egli potette formarsi una propria opinione sulle esigenze economiche della politica europea, la Di Lorenzo, che per la sua natura femmi­nile era estranea e lontana da questi problemi, sii dibatteva in un dramma interiore che la lasciava pencolare tra l'affetto immenso per il suo Carlo e il desiderio di riveder la madre e i figli, desiderio che la lontananza e la nostalgia della città natale rendevano più intenso ed esasperato. Scriveva,'perciò a Napoli:
Cara Madre,
Sono ritornata da pochi giorni dalla campagna che ho dovuto lasciare primi, perchè i nostri affari ci chiamavano qui, e poi per non profittare piti a lungo della bontà di si amabili signori. La mia salute era colà molto migliorata, ma, ritornando qui fra. questa maledetta nebbia sono rica­duta coli'infiamniazione alla gola e mi ero persuasa di ciò che dicono i medici, cioè che se passo un'altra cattiva stagione in Inghilterra finirei per essere tisica, invece se ritornassi ora in Italia, sarei immediata­mente guarita* Io ero non pertanto decisa a qui rimanere checché ne de-