Rassegna storica del Risorgimento

PISACANE CARLO
anno <1933>   pagina <82>
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82 Aldo Rumano
siine conseguenze. Carissima Madre miai bisogna che su questo partico­lare ii vi dico che se mai sperate di ridurmi alla vostra maniera di pensare scrivetemelo, ve ne scongiuro in ginocchio, in nome di ciò che avete più caro, giacché io .preferirei morire qui mille volte, essendo si­cura ohe sarebbe questa la causa certissima della mia completa ruina e della vostra infelicità, lo sacrifico la vicinanza dell'uomo che adoro solo per dedicarmi interamente ai cari figli miei ed abbracciare voi, ma vivrò sempre con la speranza che le cose avranno il loro corso, noi siamo entrambi giovani e sicuri l'uno dell'altro, attenderemo pazientemente e verrà il giorno che io Barò riunita al mio Carlo e sono sicura che godrete della mia felicità. Spero, madre mia, comprenderete la grandezza del mio sacrifizio e ben lungi dal volere accrescere il mio dolore cercherete lenirlo. La mia esemplare condotta avvenire vi farà ricredere ne son sicura, ed invece di chiamare dissolutezza ima nobile passione quale è il mio amore, essa vi mostrerà quanto assurde sono le leggi della So­cietà e quindi abbiamo il dritto di rivoltarci contro di essa. Sono per­fettamente del vostro avviso, cioè d'essere io colpevole molto in faccia della Società, ma io la disprezzo ed ammiro solo le leggi di Natura, per cui ritornando non intendo affatto scusarmi ed avere il perdono della Società, ma cedere al sentimento di madre che mi chiama presso i suoi figli. Vi dico per l'ultima volta che il coraggio di lasciarli lo presi nell'o­dio ed il ribrezzo che sento per l'uomo al quale mi son data senz'avere alcuna esperienza nella mia prima giovinezza, e che credevo impossibile, come credo tutt'ora, poter trovare altro mezzo onde allontanarmene, e poter vincere l'affetto di madre accordi è ero alle porte di Napoli solo per la tema di chi sa quale schiavitù morale, e non già fisica, io ero riserbata, ma ora voi volete che io mi fidi in voi, io lo farò e spero ch'io non abbia mai a pentirmene. Solo vi scongiuro essere a me madre, e madre sincera ; e prima di rispondermi, ragionate con la vostra coscienza e logicamente cosa ch'io fo sempre. Fintanto che usaste aspre maniere con me io acquistavo maggior coraggio per resistervi, ma, appena sem­brate intenerirvi, darmi notizie dei miei figli, io mi indebolisco e cedo. Se avessi dimenticato i figli, a chi la colpa? Il non averne notizie alcuna, il supporre che essi mi dimenticassero del tutto avrebbe dovuto dimi­nuirvi il mio amore, ed il desiderio di vederli, ma se invece avrei sempre conosciuto tutti i particolari la loro tenerezza il mio amore non avrebbe potuto affatto scemare, e non credo avrei resistito sin ora lontana da essi, una fiamma senza alimento, si spegne ciò è chiarissimo. Spero che 1-lorehè passerò per Livorno potrò abbracciare Achille che so ritrovarsi