Rassegna storica del Risorgimento
D'ANCONA ALESSANDRO
anno
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1915
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pagina
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873
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Alcgmndro D'Ancona
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roso, che è venuto dando per cinquantanni sino alt1 estremo della vita. A guardarci bene, quel vuoto si allarga in un baratro. Io non le ricorderò perchè le hanno ricordate tutte ormai. Che se anche gli argomenti da lui trattati avessero non difficilmente trovato, prima o poi, altri cultori, a noi riesce difficile pensare che cosa sarebber divenuti senza lo spirito di Alessandro D'An- comi. La sua natura era cosi sana, così equilibrata, così agile, viva, forte, che egli dominava fin dal bel principio quel che prendeva ad esporre e vi legava a sé col diletto e la dottrina. Di quanti altri si potrebbe dire quel che ha detto giustamente lo Zin-garelli del D'Ancona! Altri vi son stati al tempo nostro poligrafi, ma noi sappiamo qual valore devesi riconoscere a certe faragginose e inorganiche produzioni letterarie. Naturalmente dei circa 1200 numeri di cui si compone la bibliografia d'anconiana molti sono opuscoli, articoli per giornali e riviste, la maggior parte sono quello che gli Inglesi chiamano Essays, saggi, e l'Inghilterra ha grandi scrittori che non son altro che essaysts; ma pochi hanno trattato tanti e così svariati argomenti come il D'Ancona. Dagli Studi Danteschi egli passa ai Petrarcheschi, ai Boccacceschi, ai Tasseschi, dimostrandosi sempre padrone del suo soggetto, nudrito della più sostanziosa erudizione, sicuro e misurato nei giudizi, guidato dall'acume e dal buon senso. Curò ristampe di classici con critica rigorosissima senza pedanteria, giacché egli fu la negazione del pedante, cioè, secondo la definizione del Vocabolario, del letterato che servilmente imita gli antichi e usa nelle scritture parole e modi antiquati; e con la stessa penna con cui improvvisava, fornito com'era di larga preparazione, rassegne bibliografiche e critiche teatrali, scriveva dottamente sopra intricate questioni, come quella del contrasto di Giulio d'Alcamo o Cielo dal Camo, che chiamar si debba, intorno alla quale compose un lavoro, che parve allora a giusto titolo definitivo. NOn tutti persuase il suo studio su Jacopone da Todi, nel quale il D'Ancona, più che il filosofo meditabondo ravvisò il Giullare di Dio , o piuttosto, direi, il Giullare del popolo , e, come tale, il rivelatore dei sentimenti che fervevano a' suoi tempi in seno alle plebi. Giacché il D'Ancona predilesse sempre quelli argomenti che avevano attinenza con le tradizioni popolari e la poesia popolare.
O do' cognati e dei disperai miti Per la Belva d'Europa indagatore
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