Rassegna storica del Risorgimento

PISACANE CARLO
anno <1933>   pagina <89>
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Huoeg 0ewefii0] mila min smfimentale di Carlo Pùamne 89
Ti replico : è stata una cosa incomprensibile ed istantanea ; il certo si è che mi ha cagionato solo immenso dispiacere, e molto volentieri can­cellerei dalla mia vita questi due ultimi mesi, ohe mi hanno fatto per­dere tutta l'illusione della superiorità ch'io supponevo avere nel mio carattere. L'anelito; i- ìtusi capelli una volta pensai di toglierli, ma ri­flettendo che èssi altro non erano che l'emblema di dolce memoria, e come mai mi è dispiaciuto il rammentarmi il passato, così li ho tenuti non provandone alcuna impressione. Io ho creduto necessario, senza punto far leggere le tue lettere, dirne qualche idea giusta che tu avevi circa questo malaugurato affare, ciò che ha indotto il tuo amico ad allontanarsi, non trovando altro rimedio per dimenticarmi, ed io ho approvato con grande soddisfazione, perchè sicura ci saressimo perduti entrambi, continuando a stare sì vicini. Ti confesso che per due giorni fui dolentissima della sua partenza, ma ora la morale, la ragione è l'af­fetto che nutro per te non mi fa quasi più accorgere ch'io avessi po­tuto pensare di amare un'altro... .
Documento doloroso. Tanto piò doloroso se sì pensi che l'uomo che pensava di -fedir Pisacane nel segno più alto dei suoi affetti, nella ragione unica della sua vita, era P amico d'infanzia, il confi­dente, il compagno di fede, quasi! il fratello : Enrico Cosenz.
Ma se quasi ili nostro cuore ripugna dal pensare che i due fu. rono così vicini a tanto, e quasi d'improvviso par che debba crol­lare tutto il castello di poesia che la nostra mente aveva costruito intorno ad Bnrichetta Di Lorenzo, la creatura innocente ed in­genua come la diceva il Pisacane pura come un angelo , la creatura cui doveva farsi chapeaai oa dewnt elle , non può la nostra stessa coscienza non spiegare la cosa.
Il ritratto he mi fai delle mie due esistenze è vero e crudele assai, e mi ha immerso in tale stato d'incertezza da disperarmi scriveva la Di Lorenzo : e mostrava cosi, semplicemente, che il suo Carlo l'aveva compresa tutto.
Egli dovè mantenersi, pur con il cuore dolorante, lontano da ogni! manifestazione di collera, lontano forse perfino dal rimprovero. Comprendeva che ormai diversi anni di sofferenza avevano dovuto per forza raffreddare nella donna la gran de passione: sapeva Benis­simo che era ineluttabile che dallo stato eroico ed esasperato si pas­sasse alla normalità della vita comune : d'altra porte, però, ÈOIIO-sceva troppo bene la Di Lorenzo per crederla capace di un gesto così dissennato.