Rassegna storica del Risorgimento

TOSCANA
anno <1933>   pagina <105>
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La Toscana alla vigìlia del *t Aprilo 1859 105
rispettosamente la Vostra attenzione sugli inconvenienti che farebbe sorgere una mancata risposta alla lettera di Sua Maestà, o anche il caso che si lasciasse partire il generale senza che Vostra Altezza lo abbia chiamato, almeno per affidargli una risposta verbale. Di Vostra Altezza Serenissima ecc. ecc. * (18).
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Dopo il 21, gli avvenimenti) precipitano. Mentre il Bartolommei e il Dolfi si adoprano a preparare l'insurrezione e si tengono a con­tatto cogli ufficiali del presidio per esser sicuri che l'esercito farà causa comune col popolo, gli uomini più insignii della parte mode­rata insistono ancora presso il Baldasseroni perchè apra gli occhi, o meglio li faccia aprire al suo sovrano : non son più i comitati mazziniani! di cui fantasticava il Landucci, ma è tutto il paese che acclama il Piemonte e impreca all'Austria (19).
Taluni, non contentandosi di conferire col presidente del con­siglio, chiedono di esser ricevuti a Palazzo Pitti. Tra questi, l'avvo­cato Vincenzo Landrinì, il cavaliere 6. Battista Fossi e il marchese Lorenzo Ginori, quello stesso che proporrà all'Assemblea Toscana la decadenza della dinastia lorenese. E il granduca li tien buoni con frasi vaghe e promesse dilatorie, sebbene lo stesso Baldasseroni si sia convinto che alla volontà del paese non è più possibile opporsi. Nel pomerìggio del 26, il generale Ferrari da Grado vien seguito passo passo fino a casa sua, da una turba immensa di soldati e po­polani; nessuno lo ingiuria né lo minaccia, ma in quell'ostile silen­zio si manifesta tutta l'animosità dei fiorentini contro l'austriaco che il granduca ha posto a capo dell'esercito toscano.
(18) Ho tradotto dall'originale tedesco (Carte BJancM-JtlcasoM - Busta- 6, Ins. Bji. Il Baldasseroni nel ano libro su Leopoldo II, accenna egli pure a questa missione del Fligely. Probabilmente il colloquio tra il granduca e il generale si svolse la sera del 21. E il B. afferma ohe il sovrano non prese consiglio da altri ohe dal proprio cuore rifiutando una proposizione cìhe poteva ;avere pel paese gravissime conseguenze fpag. 530). 19 di questo rifiuto bisogna, impar­zialmente, dargli lode; in quanto alle concessioni a cui il granduca era disposto la mattina del 27 Aprile ministero Laiatieo e lega col Piemonte esse ci pro­vano solo la sua incoerenza e anche la sua doppiezza. Si può immaginare infatti con ionie animo Leopoldo II avrebbe partecipato -alla guerra contro l'Austria.
V. Burraie, op. 6itf pagg. 78 e cgg.
fi9) n giorno 24, il ministro eardo Boncorapagni rivolgeva al governo del granduca una formale richiesta di alleanza nella guerra; che stava per iniziarsi {Zom, op. voi* eli. pag. 03). A quella nota diplomatica non fu neanche ri­sposto; o meglio, si: tento d risponderai quando ormai era troppo tardi.