Rassegna storica del Risorgimento

TOSCANA
anno <1933>   pagina <106>
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Giacomo Lumftroso
Frattanto nelle caserme si levano grida di vira alla guerra e al­l'Italia ; i ritratti di Leopoldo II vengono lacerati j i suoi! basti, si fanno a pesszi...,-
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In quello stesso giorno gli elementi moderati tentano un su­premo sforzo per salvare la dinastia : tra Bettino Ricasoli e il Bal-dasseroni si svolge un colloquio che non approda a nulla; Ubaldino Peruzzi, Guglielmo Cambray-Digny e Vincenzo Landrini scrivono al presidente del consiglio insistendo sulla necessità di romperla coli'Austria e di allearsi al Piemonte se si vuol salvare là dinastia dall'estrema rovina (20).
Con tutto ciò, la mattina del 27, Leopoldo non pareva ancora ben deciso. Solo dopo che gli ufficiali superiori del presidio lo eb­bero assicurato che ormai la truppa non poteva più tenersi a freno, egli fece chiamare il marchese di Laiatico perchè costituisse un nuo­vo ministero.
Com'è noto, i capi del movimento non si contentarono di queste tardive concessioni e imposero che il grandnea abdicasse a favore
(20) Le lettere del Perniai e del Cambray Diguy sono state pubblicate da Mario Puccioni nel già citato articolo // Risorgimento italiano, eco.; quella del Landrini da Antonio Panolla in una sua monografia: Vn po' di luce su una a Storia di quattro ore , ohe fa parte della Miscellanea di studt storici dedi­cata ad A. Lttzio, Firenze, Le Mounier, 1033, pp. 257-270.
Questi documenti ci provano, senza possibilità di discussioni, quel che fin dal 1861 affermava il Rubieri e più di recente sostenne la Gioii Bartotommei : cioè ohe i moderati non ebbero parte diretta nella rivoluzione del 27 Aprile e che tentarono fino all'ultimo il salvataggio della dinastia. Non si capisce, però, come mai questa condotta venga loro cosi acerbamente rimproverata : non tatti possono avere chiaroveggenza di profeti e nell'Aprile del '50 l'unità d'Italia appariva ai pia, e probabilmente allo stesso Cavour, come un mito irrealizza­bile. D'altra parte non può mettersi in dubbio ohe quei valentuomini nutrissero dei sentimenti di sincera italianità : tanto è vero ohe quando videro il Granduca urinarsi olla volta di "Vienna, essi, sebbene non ancora convertiti all'idea uni­taria, al schierarono risolutamente contro i Joreneei. Bisogna poi ricordare che dopo Villafranca l'atteggiamento dei moderati toscani ebbe un'incalcolabile in­fluenza sulla sempre oscillante volontà di Napoloono III. A un Delfi, a un Puc­cioni* a un Bartolommei egli fonie non avrebbe dato ascolto: ma se gente ligia e devota alla dinastìa tanto da averne tentato fino all'estremo il salvataggio proclamava anch'ossa alto e .fòrte' ohe FordinandO IV non avrebbe mai re­gnato In Toscana, era segno tìhe il paese non volova più saperne dei Lorena e che a puntellare il loro trono sarebbe .occorro l'aiuto delle baionette stranieròl