Rassegna storica del Risorgimento

TORINO ; MUSEI
anno <1933>   pagina <183>
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Libri e Periodici'

nomi di date e di fata manca proprio la storia del Parlamento italiano. Mo­desto riassunto generico di storia del Risorgimento non migliore di tanti altri che sotto vario titolo spuntano continuamente, li volume del M. ha piuttosto l'aria di un compendio del Clllbrlzzi. Non riempie la solita lacuna, non addita vie nuove, non risolve problemi. Basta leggere ì giudizi che l'au­tore dà su nomini e aspetti della vita italiana dell'ultimo secolo (si veda per es. quello che dice dell'azione della Sinistra) per orientarsi sul valore del libro. L'edizione è buona e la copertina vivace, come ora usa.
N. TOMMASEO e'; G. CAPPONI, Carteggio inedito dal 1833 al 1874 per aura di I. Del Lungo e P. Pmnaa, voi. IV, ni. E[, Torino (1859) ; Bologna, Zanichelli, 1932-XI, pp. VII-228, L. 18.
Quasi dieci anni ci son voluti perchè alla prima parte di questo quarto volume, uscita nel 1923, tenesse dietro la seconda con la prefazione e gli indici. Non certo per colpa dell'infaticabile editore (che uno è, se pur gli appaia vicino il nome onorando di I. Del Lungo, l'editore), ma per le molte ragioni che chi è pratico d'opere simili facilmente intende. A metterli ac­canto I due tomi ti par d'avvertire subito qualcosa di mutato, e i caratteri della copertina e la carta stessa ti sembran diversi, tanto l'occhio nel lungo intervallo s'è disavvezzo. Ma il lettor fedele si rassicuri: l'aria non è mu­tata, l'interno è sempre quello. Quelle belle infilate di quattro o cinque righe di testo e trentasette-trentotto di note, la Dio grazia ci son sempre. E quando il testo è di due righe, nessuno te le leva quelle altre quarantuna fitte fitte di sapntissiaio commento, se non c'è addirittura II paginone tutto note e niente testo. M non mancano le note alle note e le aggiunte e correzioni e tutto quel ben di Dio che già nei precedenti volumi ti faceva pensare a un Capponi e a un Tommaseo naufragati in un oceano d'erudizione.
Alla prima, chi è muovo di queste cose ci resta male e magari pensa die ad accusare di troppa abbondanza le note all'edizione mazziniana s'era in mala ifade o, per lo meno, ;dìmolto severi ; ma poi, in fondo, una certa sod-disfaztaue la si prova, come quando, ragazzi, a scuola si ricorreva a certe scomiinicntlsHlme edizioni: .sseppe, di '.commenti comodi comodi che ti davan MWn fatta la traduzione ti méttevnn per la via di farla da te, si, ma senza rpmpcrtiei troppo II capo e logorartlei le circonvoluzioni del cervello. 13' vero che, so era poesia, la poesia se n'andava alla malora e quei gustacelo matto della dlfflco.Ua vinta e deH'oiloeolo superato da sé non c'era più, ma la tra­duzione quella sì che-- etera, è questo. In fondo, contava. E nn po' Paria della