Rassegna storica del Risorgimento

AZEGLIO, ROBERTO TAPARELLI D' ;CRIMEA
anno <1915>   pagina <888>
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Varietà
Bfla riconoscerà come il segno per cui meglio si manifesta il me­rito d'un uomo politico consista in quella prontezza giudiziosa con cui egli sa valersi di un'occasione, spesso instantanea, per precipitare l'ora d'un fatto immenso, indicato da tutti i movimenti dell'epoca : mentre Bulla mobile scena degli eventi dipende spesso da un attimo l'agire in tempo utile, o il giunger tardi.
In ordine a tali considerazioni, e riconoscendo qua! grado la perspicuità della di lei intelligenza le assegni nella suprema dire­zione delle faccende politiche dello Stato, mi permetta di doman­darle se Ella non giudica che, stante la confederazione testé avve­nuta fra tre grandi potenze, due delle quali a noi finitime ed una la pia antica nostra alleata, non sia venuta l'ora in cui il Pie­monte debba intervenire in quel concerto di potentati, e prender parte al glorioso duello che la civiltà combatte contro la barbarie f
Secondo il mio debole giudizio, mi pare che il ricusare, o il ritardare soltanto di farlo sarebbe per la nobile nostra nazione commettere un vero suicidio, annichilare quella primazia che me­ritamente ci appartiene per la saldezza delle nostre istituzioni, come pel senno e pel valore che ce le ha mantenute, perdere quel­l'influenza che uno stato libero e forte ha nelle sue relazioni di­plomatiche cogli altri Stati. Io credo che se non sappiamo asse­gnarci spontaneamente il posto onorevole che, come a popolo bellicoso,, ci appartiene nei grandi fatti che stanno per compiersi in Oriente, noi ci cancelleremo assolutamente dalla carta Europea, e ci ridurremo alla nullità politicai e militare d'un gran Ducato di Toscana o d'un Ducato di Modena.
L'essere noi il solo popolo d'Italia a cui il proprio valore segni un posto onorevole nella lotta delle grandi potenze alleate contro un Impero semibarbaro, concorrerà ad elevare viemaggiormente il nostro grado nell'estimazione non solo degli Stati d'Italia, ma in quella di tutta Europa. L'importanza di dominio, di cui difetta il nostro paese per la ristrettezza del suo limite geografico, esso può solo ricomprarla colla saviezza della sua politica, colla forza delle sue armi, cosicché può dirsi dipendere dalla nostra volontà o il relegarci in perpetuo fra gli stati imbelli e insignificanti della penisola, o il prender posizione fra le graudi potenze europee, as­sociandoci alla loro intrapresa, e combattendo con esse per la causa della giustizia, e per l'indipendenza d'un popolo.