Rassegna storica del Risorgimento
SANTAROSA, SANTORRE DE ROSSI DI
anno
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1915
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pagina
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894
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84
Varietà
Lettere inedite di Santorre Santarosa dalla Grecia.
H 4 dicembre 1824 dalla nave che lo condaceva con Giacinto Collegno in Grecia, Santorre Sanr-arosa contemplava con tristezza le montagne del Peloponneso, e diceva all'amico: Io non so perchè rimpiango che il viaggio- sia già finito; la Grecia non risponderà all'idea ch'io me ne son fotta ; chissà come vi saremo ricevuti, chissà quale sorte ci attende . Accolto freddamente a Napoli di Romania dal Governo Greco, egli udiva dal conte Theo-tolri, ministro della giustizia, queste parole: Non è di uomini, né di armi, né di munizioni che noi abbiamo bisogno, ma di danaro .
A ciò ripensava il Santarosa evidentemente scrivendo al Pecchi la seconda delle nostre lettere.. Il 6 gennaio 1825 egli giungeva in Atene, dove si adoprò con entusiasmo ad organizzare la difesa contro il nemico, ma, cessando la città di essere minacciata, ritornò a Napoli di Romania. E là domandò nuovamente di essere impiegato, ma s'ebbe in risposta che, si ecome il Governo Greco non voleva compromettersi con le Potenze della Santa Alleanza, ed il nome di lui era troppo sfavorevolmente noto presso di quelle, egli avrebbe dovuto mutarlo. Lo stato d'animo dell'esule, a questa nuova amarezza, bene si rivela nella lettera scritta appunto durante il secondo soggiorno a Napoli di R. il 5 aprile 1825: abbandonando l'Inghilterra egli aveva cambiato, diceva, un letto di rose con un giaciglio di spine: e sì che la sna vita colà non era stata punto scevra di difficoltà e di dure lotte. Egli tuttavia non voleva lasciare la Grecia senz'avere almeno veduto i nemicl'eiì 10 aprile col nome di Derossi partiva, semplice soldato, da Napoli di R. e raggiungeva l'esercito greco il quale moveva in soccorso di Navarino. Prendeva parte al combattimento del 19 aprile contro le truppe di Ibrahim Pascià ed il 21 entrava in Navarino. Siccome le forze greche quivi raccolte non erano in nùmero sufficiente a prendere l'offensiva, il Santarosa passò 15 giorni in una forzata inazione, leggendo Shakespeare, avanzati, Tacito e Tirteo ed attendendo gli eveiiti. Giacinto Collegno che l'aveva distolto dal fer-