Rassegna storica del Risorgimento
SANTAROSA, SANTORRE DE ROSSI DI
anno
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1915
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pagina
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903
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Bibliografia 008
eccitanti a chiedere la costitazione; così la nera del 10 luglio 1820 nel teatro Carlo Lodovico sì sparsero cartellini manoscritti : < W la custi-turiono o morte , parole seguite da un M. maiuscolo, e da una squadra e un compasso intrecciati ; la sera medesima e il 22 nel medesimo teatro si gettarono altri cartellini con la dicitura; * W la costituzione del 1812 e i bravi militari toscani facendo cioè un appello pia che al popolo, ai soldati, all'esercito, che in Spagna e nel Napoletano aveva dato il segnale della rivolta; il 20 se ne buttarono nell'ingresso della chiesa di S. Giovanni Battista, e il 23 si diffondevano altri fogli in strade lontanissime fra loroj si gridò probabilmente Liberate Basi (anelli , che era stato arrestato allora. Queste stitichezze , come le chiamava il Buon Governo, non furono le sole : se il BastianelH e i suoi amici al teatro Carlo Ludovico avevano cercato di eccitare gli ufficiali, altri tentarono di sollevare i soldati gettando degli scritti nei corpi di guardia specialmente in Fortezza Vecchia e ai Bottóni dell'Olio, con nessun frutto però; il 27 luglio lasciarono nell'atrio del commissariato dell'interno una nota curiosissima con minute indicazioni sui capi e sul numero dei settari carbonari e insieme una minaccia di morte contro il commissario dell'interno, Paoli. L'unica cosa, che poteva acquistare valore notevole, fu il tentativo d'attirare alle idee rivoluzionarie le truppe; ciò che era grave in quei giorni di continue sollevazioni militari, specialmente perchè il Governo toscano scopriva, proprio allora, che un sottotenente, Andrea Governi, coadiuvato da altri camerati e da alcuni della bassa forza tramava un sedizioso complotto per impadronirsi a Portoferraio del forte Falcone di quella città, nella veduta di cederlo ai Napoletani. Tutto si restrinse al concepimento di questo disegno. Ma il tentativo (bene osserva lo Scaramella), appunto, perchè avvenuto nella quieta Toscana, ove, secondo gli scrittori più accreditati, nel 1820, non si fece sentire per nulla l'influenza dei moti forestieri, è caratteristico : come caratteristico, per quanto puerile, è l'appello ai Livornesi del Bastianelli e dei suoi aderenti.
Se il Buon Governo esercitava la sua vigilanza sui Livornesi o residenti nella città, i quali si allontanassero dal rispetto dovuto a' governi costituiti, è naturale òhe esso sorvegliasse ancor più i forestieri di passaggio, massime quelli provenienti dalla Francia e dalle province italiane, dove le nuove idee s'erano più e meglio diffuse, nel timore che costoro le potessero propalare nella popolazione. Della vigilanza su' forestieri, capitanti a Livorno, o, come si diceva nel gergo poliziesco d'allora, dell1articolo forestieri l'egregio A. si occupa nella terza parte del suo studio, dalla quale risulta quanta importanza la Presidenza di Buon Governo annettesse a una rigorosa vigilanza di coloro che passavano per Livorno. Naturalmente, secondo le varie vicende politiche italiane ed europee, la