Rassegna storica del Risorgimento

GIOVAGNOLI RAFFAELO
anno <1915>   pagina <921>
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NECROLOGIO
Raffaello Giovagnoli.
Dopo lunghe sofferenze Raffaello Giovagnoli è morto a Roma, il 15 loglio scorso, lasciando di sé il più viro rimpianto in qaanti ebbero la fortuna di conoscerlo di persona e di apprezzarne le belle virtù di mente e di cuore.
Appartenne a una famiglia di patrioti. Nato a Roma il 13 mag­gio 1838, si dedicò fino dalla prima giovinezza agli studi storici e letterari, ma ogni volta la patria chiamò all'appello i suoi figli abbandonò pronto la penna e gli studi per impugnare la spada. Cosi, volontario, combattè a Oastelfidardo, ad Ancona, al Macerane, a Gaeta, a Oustoza, a Monterò tondo, a Mentana.
Avverso sempre al Governo pontificio, tra una campagna e l'altra, spiegò la sua attività nelle associazioni segrete e nelle imprese arrischiate, poi, dopo la liberazione di Roma, dimostrò l'animo suo pugnace nelle lettere, nella poesia, nella politica, nella elo­quenza e nella scuola. Collaborò a vari giornali politici e letterari, scrisse volumi di versi, dedicandone alcuni ai fratelli d'oltr'Alpe, nutrì, come Pietro Oossa, il culto e il fervore per le grandi me­morie di Roma, e in romanzi geniali, che ebbero molte ristampe e traduzioni in varie lingue, rievocò con magniloquenza le grandi figure storiche dell'era repubblicana.
Attivo e instancabile pubblicò anche racconti di storia medioe­vale, ma più notevole contributo diede alla nostra storia nazionale più recente, a quella cioè che più si avvicinava ai suoi tempi. Così scrisse tre volumi su Pellegrino Rossi e la rivoluzione ro­mana, intraprese l'opera su Oicernacchio e Don Pirlone , rimasta malauguratamente al primo volume, diede alla grande collezione della Storia d'Italia del Yallardl il grosso volnme dal 1815 al 1848, mentre invece, più di recente, dedicò alle classi popolari
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