Rassegna storica del Risorgimento
FANTI MANFREDO
anno
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1916
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pagina
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2
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2 Jtf. Magalotti
Francia. La nave, ove era il gen. Zucchi, fa catturata da vascelli austriaci, il trabaoeolo, sul quale navigava il Fanti col Oialdim ed altri ottanta loro compagni riuscì a salvarsi. I profugni giunsero a.Marsiglia nell'estate dello stesso anno.
L'ardito cospiratore venne destinato in Francia ai lavori di fortificazione della città di Lione. Andò nel 1835 ad arruolarsi nell'esercito costituzionale in Spagna, ove rese segnalati servigi alla causa della libertà, e si distinse per sapienza e valore in molti combattimenti. Scoppiata la guerra d'indipendenza nostra del 1848, servì il governo provvisorio lombardo come maggiore generale e prese parte a le campagne militari di quell'anno e del successivo. Terminata la guerra si stabili a Torino. Il ministro Alfonso Lamar-mora gli affidò il comando di una brigata nella spedizione pie> montese in Crimea, ove il Fanti combattè il 16 agosto 1855 con l'usata prodezza. Fece quindi con grande onore la campagna del 1859 col grado di generale di divisione. Ebbe dipoi il supremo comando dell'esercito della lega dell'Italia centrale.
Il conte di Cavour, tornato al governo nel gennaio 1860, scelse il Fanti quale ministro della guerra. Questi comandò in seguito la spedizione nelle Marche e nell'Umbria, che trionfo a Castelfidardo; e poi nelle provinole napoletane. Il 9 novembre 1860 riassunse l'ufficio di ministro della guerra dando opera solerte e mirabile per la ricostituzione dell'esercito. Caduto per la morte del Cavour il ministero cui apparteneva, andò come comandante dej dipartimento militare a Firenze.
Purtroppo da quel tempo la sua salute cominciò a declinare. Kon valse a rinfrancarla un anno di dimora in Egitto : il 5 aprile del 1865 mori a soli cinquantanove anni, quando già si approssimava la nuova guerra, del 1866. Oh certo allora la sua presenza nell'esercito avrebbe eliminato scissure e competizioni ed assicurato alla patria nostra sorti migliori !
Le lettere dell'illustre generale erano dirette ad un altro insigne patriota, a Lorenzo Banco, del quale "Vittorio Bersezio scrisse un bel cenno biografico nella Gazzetta letteraria di Torino del 16 ottobre 1880. Il Banco, iscritto alla Giovane Italia dovette nel 1833 per sfuggire all'arresto, andare in esilio a Parigi, ove contrasse amichevoli relazioni col Gioberti e col Tommaseo. Eitornato dopo parecchi anni in patria, si stabili a Genova verso il 1847 e vi