Rassegna storica del Risorgimento

FANTI MANFREDO
anno <1916>   pagina <8>
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mente sofferse, in quel colloquio, il Ministro italiano, ma non ce­dette. A che prò, se la guerra disastrosa per la Francia aveva già collocato la Germania in una posizione formidabile e se il disarmo dell'esercitò italiano rendeva impossibile la sua pronta entrata in campagna? Simile risposta venne anche da Vienna, dove si rico­nosceva tardivo e infruttuoso ogni intervento. Perciò lo stesso Lanza fece rispettosamente intendere al principe Gerolamo ch'egli doveva lasciare l'Italia e quello partì col cuore lacerato dalla certezza della prossima rovina per P Impero. Ma non senza viva lotta il partito dell'astensione, patrocinato da' Ministri, aveva finito per vincere. U Re e il gruppo militaresco, clic l'avvicinava, quasi cre­devano che fosse viltà rispondere in quell'ora con un rifiuto ; Vit­torio Emanuele, anzi, fu sul punto di risolversi a congedare i Ministri, scegliendone altri pia ossequienti al suo desiderio, e solo vi rinunziò per le difficili condizioni dell'esercito, stremato dalle recenti economie,. Le quali, in lealtà, furono allora la salvezza d'Italia!1
Seguì, il M, la discussione in Senato sul prógXW' di erèditp: con una vivace interpellanza del senatore Scialo -intesa a col­pire il Sella, a cui si attribuivano, dette in un gijupna M:dep:utati: di Sinistra, dichiarazioni, clie, se fossero state vere, gli avrebbero meritato la taccia di sleale e di ribelle. Ma il Sella se ne giustificò ampiamente. In quell'adunanza egli si era confermato favorevole, come sempre, a una pronta soluzione della questione romana, ag­giungendo che, ove i suoi Colleglli avessero voluto in qualche modo ritardarla, non avrebbe esitato a deporre È portafoglio. L'ordine del giorno Scialoia, con un emendamento del Mamiani. raccolse la mag­gioranza g il credito, idi 4 milioni ottenne loft voti fak-ofevoli contro 2. Quànd'ecco giungere come un colpo dì fulmine, il ?} :set:-tembré, la notizia della catastrofe di Sédan e, senza indugio, la Sinistra presentò al ÌÉresìdeute del Consiglio, in nome della patria, un fervido incitamento all'immediata occupazione di Roma. E il Go­verno appunto ci pensava. Così il piti grande fatto della stpria mo. derna era prossimo al suo, compimento e P Italia, libera finalmente dal pericolo di complicazioni politiche e di conflitti con altri Btatiy:,vS, si accingeva con energia e fiducia, seguendo anche in ciò il prò. gromma, che le era stato fissato dal genio di Cavour. Già si è-raiRo: dato le più severe dfòposiMftnf per la sorvegiienza sul Mazzini,
1 TAV-AJvJ.no, 1. e.