Rassegna storica del Risorgimento

NIGRA COSTANTINO ; TRENTO ;"PRO PATRIA"; CRISPI FRANCESCO
anno <1934>   pagina <9>
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Lo scioglimento della <c Pro-Patria di Trento 9
lìngua italiana in tutte le regioni in cui questa è parlata, e non ose­rebbe far cosa che potesse influire sulla politica internazionale del Governo o pregiudicare Fazione di questo all'estero. Le relazioni della Società Dante Alighieri col Governo sono tali e cosi notorie che ritengo come una offesa latta a noi ogni imputazione che le si possa fare di tendenze faziose o di atti che in qualunque modo o misura potessero ledere le buone relazioni che l'Italia mantiene coll'Impero vicino.
Voglio sperare, che il Conte Taaffe, presa notizia delle cose come realmente sono avvenute, saprà correggere l'opera della imperiale e reale Luogotenenza di Trento. Non intendiamo con ciò influire su gli atti amministrativi del governo austriaco; ma solamente osservare, che a nessuno è dato, ancorché pubblico funzionario, offendere gra­tuitamente con ingiustificate imputazioni un governo amico. Il con­tegno del Luogotenente non è certamente di tal natura da mantenere quell'accordo che noi cerchiamo e ci sforziamo di tenere saldo, a costo anche della nostra popolarità.
Allorché io seppi che a Trento volevasi innalzare una statua a Dante e che il Governo austriaco aveva permesso non solo questo omaggio all'altissimo poeta, ma anche l'istituzione di una Società che tende a favorire il culto della lingua italiana, me ne compiacqui e rallegrai, vedendo in quell'atto di buona politica un fatto reale che alla nazionalità italiana guarentiva nel poliglotta Impero gli stessi diritti che sono guarentiti ai tedeschi, agli slavi, agli ungheresi, ai boemi, ai rumeni ed a tutti gli altri popoli che fanno parte dell'Impero,
Ora sono dolentissimo di dover constatare le condizioni difficili che vengono fatte al Ministero Italiano in questa occasione. Finché la fiaccola dell'irredentismo si trovava accesa dai radicali, io non li temevo. Ma l'atto ultimo, il quale ravviva la memoria di altri atti non pochi che ogni tanto rivelano l'intolleranza di codesto governo, basterà, temo assai, a turbare o per lo meno a raffreddare la gente moderata e tranquilla, sul cui appoggio il governo sapeva di poter sino ad ora contare.
Non so se Ella riuscirà a far comprendere tutto ciò al Governo Austro-Ungarico e se il Conte Kalnoky dispone di sufficiente autorità per richiamare il suo collega dell'Interno a migliori consigli.
Dirò soltanto a Vostra Eccellenza come l'alleanza coll'Austria, che solo io poteva difendere, avrebbe contro di sé un maggior numero di nemici e che non so se al 1892 o il mio successore od io avremmo la forza necessaria a rinnovarla.