Rassegna storica del Risorgimento
NIGRA COSTANTINO ; TRENTO ;"PRO PATRIA"; CRISPI FRANCESCO
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1934
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de Vecchi di Val Cismon
Ministero Austriaco. Questi Ministri si rendono perfettamente ragione della cattiva impressione che produce in Italia la dissoluzione della società Pro-Patria. Ma fra due mali essi preferiscono quello che credono il minore per loro. Preferiscono cioè, che la cattiva impressione si produca in Italia anziché in Austria. Vogliono l'alleanza e sono pronti a eseguirne fedelmente gli obblighi, ma a condizione che non si voglia imporre l'irredentismo in casa loro. La situazione è tale; e nessun Ambasciatore o Ministro può cambiarla. Certo sarebbe desiderabile che ai sudditi italiani dell'Austria fosse concessa una posizione eguale nel fatto a quella accordata alle altre nazionalità dell'Impero. Ma per ottenere ciò converrebbe che gl'Italiani sudditi dell'Austria si metterreso dal loro canto nella situazione delle altre nazionalità, ciò che non fanno. Bisognerebbe cioè che rinunziassero all'irredentismo. Invece non lasciano passare occasione senza affermarlo, e la società Pro-Patria spinse il suo zelo sino ad una dimostrazione contro la bandiera Austriaca. Io non mi arbitro di giudicarli. Accenno il fatto, e constato una volta di più, che ogni indizio d'una immistione da parte del Governo Italiano in questi affari, peggiora, invece di migliorare, la situazione degli Italiani sudditi dell'Austria. E viceversa, ogni atto di questi che miri all'Italia, rende più difficile la situazione del Governo Italiano verso l'Austria-Ungheria. E qui potrei terminare la mia lettera, attesoché in sostanza Ella comprende perfettamente la situazione, e sa che non c'è da insisterci.
Ma non posso dispensarmi dal ripeterle qualche altra considerazione, già toccata in precedente corrispondenza. Ella sembra credere che le disposizioni contro il Pro-Patria si debbano in parte al clericalismo del Conte Taaffe. Ora mi preme il levarla da questo errore. Anzitutto in questo paese tutti sono più o meno clericali. Ma nel caso presente il clericalismo non ha nulla da fare. Se invece del Conte Taaffe, il Ministro dell'Interno fosse il più liberale degli Ebrei in Vienna, la situazione non cambierebbe d'un punto solo, intorno a questo affare. Ella ha visto gli applausi con cui la dissoluzione fu accolta dalla stampa liberale viennese. Non è dunque quistione di clericalismo. Ma bensì quistione politica irredentista. Per carità, La supplico di non vedere i Gesuiti dà dove proprio non ci sono. Mi preme inoltre di ben constatare un altro punto. Io non vorrei ch'Ella credesse che io rifugga dal fare a Kalnoky, o agli altri Ministri Imperiali, comunicazioni' sgradevoli. Abbia la bontà di persuadersi che io da questi signori non ho nulla, ma proprio nulla, da sperare, ne