Rassegna storica del Risorgimento
TROPPAU (CONGRESSO DI) ; CONGRESSI ; METTERNICH - WINNEBURG KLE
anno
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1934
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pagina
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21
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La teorica di Metternich sull intervento a 21
inatici del quinquennio che intercorse fra l'una e l'altra rivoluzione, li abbiano seppelliti prima ancora che l'irresistibile passione popolare li cancellasse. Metternich non poteva avere per essi simpatie, come, in genere, non ebbe mai entusiasmi per quanto aveva sapore di dottrinarismo, troppo lontano dalla realtà terrena e dal contatto con i quotidiani eventi.
11 Principe di Metternich aveva sempre assunto, e assumerà sempre in tutta la sua azione diplomatica, come principio fondamentale, che la politica nasceva dagli insegnamenti giornalieri delle umane azioni e traeva norma da questi, non da schemi preconcetti: egli non conosceva altra filosofia se non quella che la giornata gli consigliava, affidando il domani alla Divina Provvidenza, senza preoccuparsi dell'esito e senza impiegare inutile sforzo nella ricerca dei mezzi per prevenirlo.
Eppure il tempo doveva trarre aspra vendetta di questa ostentata spregiudicatezza e infliggere all'abile diplomatico amara delusione.
Come non era arrivato a spiegarsi i valori politici della spiritualità rivoluzionaria francese, così non intese quelli della dottrina della Santa Alleanza, e, assorbito nel sottile lavorìo di intrighi diplomatici, li lasciò cadere proprio mentre le Nazioni erano invase da un fremito di rinnovamento che non corrispondeva in alcun modo alle conclusioni della sua arte politica. E, in tal modo, quando si compiaceva nella illusione di aver costruito il perfetto modello politico per l'Europa, doveva constatare con sorpresa e stupore che 1 edificio, appena compiuto, era già vecchio e non aveva capacità alcuna di resistenza di fronte a quelle giovani forze ideali che egli aveva trascurato.
Lo sbalordimento che lo colpì nei primi giorni di luglio del 1820, quando gli pervennero le notizie dello scoppio della Rivoluzione napoletana, sbalordimento espresso in atti di sprezzante dispetto, non soltanto è testimonianza eloquente della im-preveggenza politica dello scaltro diplomatico austriaco, che aveva sempre preveduti gli eventi favorevoli, non sospettando mai dei contrari, ma è anche un tacito atto di contrizione per l'erronea via seguita, sotto il fascino di una ambizione senza confini, distruggendo nella vita politica il sentimento di reciproca collaborazione, che lo Czar Alessandro aveva additato con umano spirito.