Rassegna storica del Risorgimento

LACAITA GIACOMO ; CAVOUR, CAMILLO BENSO DI ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1934>   pagina <50>
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Maria Alletta
mento nella grande Storia Europea, mettendone in rilievo le intime relazioni con la vita degli altri Stati? Ed offrire in pari tempo materia per qualcuna di quelle sintesi parziali, che oggi sono desiderate e necessarie per isgombrare la via dalle inutili scorie, non già nella vana presunzione di aver raggiunto posizioni inespugnabili, sulle quali pigramente adagiarsi, ma per offrire solide basi a nuovi balzi in avanti verso la conquista della verità.
Un esempio dei risultati cui si può giungere, riesaminando alla luce di tali Carteggi questioni già dibattute a lungo, e con­clusioni ormài credute pacifiche, esporrò qui, valendomi della Silloge teste pubblicata Cavour e l'Inghilterra, nonché degli studi preparatorii per quella su La Questione Meridionale.
Si tratta dell'episodio Lacaita, del quale ancora nel 1929 R. Mirabelili sentiva il bisogno di rinfrescar la memoria, benché non portasse nuovi elementi di giudizio intorno ad esso (1).
Vexata quaestio se altra mai! dalla sera del giugno 1883, nella quale Giacomo Lacaita narrò inter pocula agli amici come avesse proprio lui, pregatone direttamente dal Cavour, sventato nel luglio 1860 un piano d'intervento navale anglo-francese in favor de' Borboni, per impedire al Garibaldi di traversare lo Stretto.
La Nazione del 22 giugno 1883 riferiva il racconto Lacaita, della cui veracità Pasquale Villari si fece strenuo sostenitore, contro chi osò dubitarne. Via via che la disputa s'inaspriva, furono indotti a interloquire autorevoli contemporanei, come Sir James Hudson, già Ministro inglese a Torino, o partecipi della Spedizione dei Mille, come il Crispi. Essi esposero i loro non più freschi ricordi, mentre discendenti di famiglie illustri, come quella di Lord Russell, frugavan ne' domestici archivi, per rintracciarvi testimonianze decisive.
L episodio non c'interessa per il fatto che le benemerenze del Lacaita possano venire accresciute o diminuite, bensì perchè investe la politica inglese verso l'Italia nella fase risolutiva della
(1) La vita italiana, fase. CC. settembre 1929 (Napoli, Soe. Ed. del Mezzo­giorno).