Rassegna storica del Risorgimento

LACAITA GIACOMO ; CAVOUR, CAMILLO BENSO DI ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1934>   pagina <54>
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Maria A vetta
sviene, dopo avere appassionatamente perorata la causa d'Ita­lia... Ahimè! la sua prima relazione, fatta all'Azeglio poco dopo il colloquio col Russell, e perciò ben più attendibile delle sue postprandiai elucubrations dì 23 anni dopo, esclude il dramma, e riduce l'episodio a modestissime proporzioni. Il Persigny s'era perfino scordato, quel giorno 24 luglio, di parlare al Russell della famosa tregua, e il Russell, già prima di vedere il Lacaita, aveva respinto fin l'idea di una mediazione, come contraria al principio di non intervento: in pieno accordo su ciò con il Palmerston, checché immaginasse in contrario il Persigny.
Per valutare esattamente la politica inglese verso l'Italia è indispensabile, secondo me, tenere ben distinti questi due suoi tratti fondamentali : da un lato, la sua costante fedeltà al prin­cipio del non intervento ; dall'altro le oscillazioni nel favore con il quale essa vide unificarsi la Penisola.
Nell'estate del '60 l'Inghilterra avrebbe si preferito che vi rimanessero due Regni separati; essa temeva sì che, annetten­dosi la Sicilia, il Piemonte fosse costretto a cedere nuovi terri-torii alla Francia, e di questo non voleva sapere come non voleva sapere di attacchi all'Austria nel Veneto ma in nessun momento l'Inghilterra meditò un intervento attivo nei nostri affari, e in nessun momento Francia e Napoli poterono con fon­datezza illudersi di riuscire a indurvela.
Vediamo le prove che i nostri Carteggi aggiungono a quelle offerte dai documenti diplomatici già noli.
Prescindiamo dalle copiose testimonianze dello sdegnoso dispregio che il Palmerston non curava celare verso il Governo Napolitano. Durante un ricevimento a Corte, il Primo Ministro della Regina Vittoria aveva dichiarato senza reticenze all'Am­basciatore di Francesco II après un préambule proportionné, che il giorno in cui la dinastia borbonica fosse caduta a Napoli, Vunivers entier s'en réjouirait (11). E quando, il 16 maggio, quel diplomatico era venuto ad invocare l'assistenza inglese contro la spedizione dei filibustièri, Lord Palmerston l'aveva mandato a spasso, dicendogli : qu'aucun appui de Vopi* nion tei ne supporterait un Ministre qui défendrait un Gouver-nement pire que VHessois et le Ture, pire ménte que Rome,
(11) Lettera di E. d'Azeglio a Cavour, ì aprile 1860, Cavour e l'Inghilterra, voi. U. tomo II, li. 1128.