Rassegna storica del Risorgimento
GIBUTI
anno
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1934
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pagina
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75
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Gibuti la freccia nel fianco 75
Venuta tardi ultima nell'agone delie competizioni africane, l'Italia aveva dovuto lottare con due fatti : da un lato essa trovava il cammino contrastatò, e più che contrastato, chiuso dagli interessi definiti e dalle posizioni consolidate delle altre grandi potenze; e d'altro canto si trovava aggiogata, per il vizio d'origine dei suoi malcerti e funesti confini europei, ad un carro d'alleanza che la metteva in contrasto proprio con quelle potenze con cui soltanto i suoi interessi coloniali venivano in contatto. Donde la frammentarietà, e la risultante inorganicità, della nostra politica coloniale. La quale era necessariamente costretta a procedere per ignes: per la via di prudenti tentativi, con azione avveduta e discreta, nella rete ingegnosa ma per quanto ingegnosa, poco conclusiva degli accordi diplomatici.
La situazione veniva capovolta con la nostra entrata in guerra a fianco degli Alleati. Noi entrammo in guerra per la conquista della nostra libertà e funzionalità politica avvenire. E l'Italia fu partecipe alla Quadruplice nel conflitto europeo anzitutto e sopratutto per affermare il suo diritto come potenza mediterranea e colonizzatrice.
Incidentalmente ricordiamo e vai la pena di ricordare che sin da allora, gli scrittori e gli <c esperti coloniali d'ol-tr'Alpe dettero segni palesi di non comprendere quella grande realtà storica. E valga il vero : la Ligue coloniale franciose , tenne a Parigi, nel 1915, alcune conferenze su <c l'espansione italiana , nelle quali i nostri interessi venivano valutati soltanto come avrebbe potuto giustificare l'ignoranza assoluta delle nostre necessità, o meglio, la presunzione di una uguale ignoranza presso di noi : si dichiarava essere le nostre aspirazioni confinate a quanto già possedevamo, senza neppure consentirci l'integrazione legittima dei possessi medesimi. E un altro ben noto ce colonialista francese, Camille Fidel, si affannava, in quel torno di tempo, a discutete il maggiore o minore diritto di uno stato sopra un determinato territorio in base a piccoli interessi di carattere locale, senza riflettere che tutti i nuovi problemi coloniali dovevano essere considerati in coordinazione fra di loro, come un blocco unico, un asse ereditario di cui dovesse decidersi la divisione
Non mancò allora da noi e furono i nazionalisti chi parlò alto e chiaro. Si disse: Che valore ha, poniamo, il richiamo del Fidel alla ferrovia inglese Smirne-Aidin nell'in-