Rassegna storica del Risorgimento

GIBUTI
anno <1934>   pagina <85>
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Gibuti, la freccia nel fianco 85
1 hinterland tripolino senza alcuna considerazione per gli inte­ressi italiani, si aveva motivo di dar valore al sospetto che quelle due Potenze, per mettersi d'accordo per la sistemazione dei reci­proci interessi in Egitto e ai Marocco, questioni aperte e sca­brose, trovassero un terreno d'intesa per le questioni dell'Etio­pia all'inf uori di noi.
H Ministro degli Esteri del tempo, conscio di questo peri­colo, si rivolse al Governo britannico dichiarando che credeva giunto il momento d'intendersi insieme per regolare d'accordo i reciproci interessi in Etiopia, prima che essi fossero irrimedia­bilmente pregiudicati. H Governo di Londra tergiversò, ma l'at­teggiamento deciso del Governo italiano lo indusse a nominare i suoi negoziati: Sir J. Rennell Rodd, che nel 1903 era incari­cato d'affari d'Inghilterra a Roma, e il Colonnello Harrington, ministro britannico ad Addis Abeba. I due delegati si unirono al delegato italiano (Agnesa) e dopo laboriosi negoziati formu­larono, il 19 dicembre 1903, un progetto di accordo da rima­nere segreto e la cui adozione raccomandavano ai rispettivi Governi. Il progetto di accordo era fondato sulla guarentigia reciproca di mantenere la statu quo in Etiopia o, se ciò non fosse possibile, di ripartire i territori in base ai protocolli italo-bri-tannici del 24 marzo, 15 aprile e 5 maggio 1894, agli accordi fra Italia e Etiopia e fra Italia, Inghilterra ed Etiopia, agli accordi fra Inghilterra e Francia per l'Harrar del 1888 e ai protocolli franco-italiani 1900 e 1901 per la frontiera verso l'Eritrea, rimandando ad accordi speciali la pratica attuazione dell'intesa per quei temperamenti cbe fossero ritenuti necessari per la salvaguardia degl'interessi britannici nel bacino del Nilo e degl'interessi italiani in Etiopia e specialmente nella zona intercedente tra Eritrea e Somalia, per modo che fra le due co­lonie non vi fosse soluzione di continuità.
Nel caso che la ripartizione del territorio non fosse stata possibile, le due parti contraenti si obbligavano ad opporsi che qualsiasi altra Potenza tentasse di ostacolare l'attuazione dei provvedimenti contemplati nell'art. 5 dell'accordo, con l'occu­pare quei territori o con l'esercitarvi in qualsiasi modo influenza.
Il 19 dicembre 1903 si firmava l'accordo tra i delegati inglesi e italiano per l'Etiopia; l'8 aprile 1904, dopo parecchi mesi di negoziati, si firmava a Londra l'accordo tra Francia e Inghilterra