Rassegna storica del Risorgimento

GIBUTI
anno <1934>   pagina <89>
immagine non disponibile

Gibutìt la freccia nel fianco 89
L'equilibrio africano era stato profondamente sconvolto dal-l immane conflitto : la scomparsa dell'impero coloniale germanico
già il terzo per estensione, nel continente aveva mutato alle radici la condizione delle potenze colonizzatrici, più ancora che per le modificazioni di carattere territoriale, per le conseguenze di carattere politico ed economico sui loro programmi di espan­sione oltremare.
L'Africa poteva dirsi divisa in due zone : la grande ansa d'oc­cidente, comprendente la regione del Sahara e contornata dalle migliori coste mediterranee ed atlantiche dalla Tunisia, dal­l'Algeria, dal Marocco ai Senegal alla Guinea, al Congo francese
era diventata uno sterminato dominio della Francia; lo sperone meridionale, dove l'unione sud africana, la Rhodesia e gli altri possedimenti britannici venivano integrati dalle due magnifiche colonie tedesche ad oriente e ad occidente, e la parte nord orien­tale, dove l'Egitto si allacciava non più soltanto di fatto al Sudan, formavano ormai un nuovo impero britannico. La Francia acqui­stava così l'assoluta prevalenza nel Mediterraneo occidentale e nell'Atlantico; l'Inghilterra vedeva concretati due sogni che fino alla vigilia della guerra eran stati d'impossibile attuazione : l'an­nessione dell'Egitto col conseguente dominio sul canale di Suez
la diretta via dell'oriente e il disegno fantastico di Cecil Rhodes della transafricana, dall'Egitto al Capo, interamente su territorio britannico.
Di fronte a questo spostamento di posizioni, enorme nei suoi confini geografici, incalcolabile nei suoi vantaggi politici ed eco­nomici, dove l'Italia poteva ottenere il suo legittimo compenso africano?
La zona che, mentre non intaccava gli interessi francesi tra il mediterraneo e l'Atlantico né ostacolava il progetto inglese della transafricana, era a noi legata da antiche aspirazioni, da ormai remote direttive di politica coloniale affermate in prece­denti concreti di atti internazionali, dall'eroica attività di una folta schiera di esploratori italiani, da tradizionali necessari rap­porti coi nostri possedimenti, e soprattutto del sacrificio di mi­gliaia di vite, era l'Etiopia.
L'influenza su questa zona, che nello sperone orientale del continente sembra quasi tagliata fuori dai campi d'azione d'In­ghilterra e di Francia, e che si trova custodita per tre quarti dei suoi confini esterni dalle nostre colonie, ci era stata disputata in