Rassegna storica del Risorgimento

GIBUTI
anno <1934>   pagina <91>
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Gibuti, la freccia nel fianca 91
Ancne e sopratutto perchè era innegabile il superameli Lo dei veri interessi politici dei nostri alleati nel settore orientale.
E valga il vero. Nei riguardi della Francia, quali potevano essere le ragioni superiori, effettive insostituibili o persistenti anche dopo le rinnovate situazioni politiche generali che po­tevano suggerire ed inspirare una intransigente attitudine su Gi­buti? A parte quella degli interessi finanziari impegnati e che sarebbero stati pienamente compensabili e indennizzabili i più avanzati e meglio causidici circoli coloniali francesi non avreb­bero potuto prospettarne di serie. I reali interessi politici che avrebbero potuto trattenere la Francia a Gibuti, o in ogni modo legarla alla sua influenza in Etiopia, non potevano essere che di due specie: continentali, ed oceanici. Quelli continentali ri­guardavano l'unione territoriale ed economica e lo sbocco in Mar Rosso dei suoi possedimenti atlantici e centro-africani gradioso sogno coloniale, che però era fallito definitivamente e tramontato tre volte: la prima volta a Fascioda, la seconda con la conseguente convenzione anglo-francese 1899 per la spar­tizione del Sudan, e la terza infine (se non andiamo errati) proprio con quell' accordo a tre del 1906 che poneva fino ad Addis Abeba, e non più ad ovest, le colonne d'Ercole della in­fluenza francese. E allora?... Rimanevano gli interessi oceanici, riguardanti le comunicazioni con la Indocina, del Madagascar, ecc., comunicazioni per le quali la Francia, a dire dei suoi cir­coli coloniali più spinti, asseriva a gran voce che non avrebbe - potuto mai permettere che il Mar Rosso e il Golfo di Aden rima­nessero acque puramente italo-inglesi. Ma era evidente allora com'è evidente ora che il bisogno francese di una stazione qualsiasi lungo quelle vie di comunicazioni oceaniche non era inesorabilmente e fatalmente indicato in Gibuti, potendo invece essere pienamente appagato in altro punto qualsiasi, per esempio sulla costa arabica, o, come gli stessi inglesi suggerivano, nel­l'isola di Socotra. 0 anche infine, come i nostri plenipotenziari proposero poi a Parigi nel 1919, con la riserva, a favore della Francia, di un punto franco nella stessa costà dei Somali.
Vuotate cosi come vuote in effetti erano d'ogni reale polpa politica le ragioni che tenevano legata la Francia alla sua influenza etiopica, non ne rimaneva che lo scheletro, cioè la nuda e sola impalcatura diplomatica con cui tale influenza si era storicamente costituita ed imposta. E anche quella impal-