Rassegna storica del Risorgimento

GIBUTI
anno <1934>   pagina <95>
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Gibuti, la freccia nel fianco 95
in pieno paese d anca lo eritreo, che con Li mi a anche a sud in ter-? ritorio francese. Era poi, a proposito del progetto Thesiger, da notare elemento tutt'altro che irrilevante - che l'opinione pubblica francese, vogliam dire quel partito coloniale si salda­mente costituito ed intransigente, sarebbe stato ugualmente av­verso alla cessione di Gibuti, sia a favore dell'Inghilterra, sia a favore dell'Italia.
Tali, dunque, i progetti inglesi sulla sistemazione di influenze nel settore etiopico. Cicero prò domo sua...
Quanto alla Francia, essa non faceva vacui progetti. Agiva.
Sta di fatto che la Francia, durante tutto il periodo della guerra, e specialmente dopo l'avvento in Abissinia di Ras Ta-fari, aveva intensificalo la sua azione, accentuando il suo atteg­giamento di protettrice morale dell'Impero; beninteso, non Contro una inconcepibile minaccia germanica, ma bensì contro le aspirazioni inglesi e specialmente italiane.
Malgrado la guerra e l'alleanza comnne, la Francia non si astenne dal suscitare presso il Governo Etiopico sospetti contro l'Italia, facendosi propagatrice in Abissinia, pel tramite di Gibuti, delle voci più tendenziose e delle ipotesi più estreme circa le nostre rivendicazioni etiopiche. Essa cercò poi di spin­gere il Governo etiopico a cooperare in un modo qualsiasi ìiQa guerra, unitamente all'Intesa: allo scopo di costituire per se stessa una maggiore garanzia contro le intenzioni è le aspira­zioni deU'Inghilterra e dell'Italia a suo danno. E proprio la Francia (o per lo meno i francesi di Abissinia) cercarono, nel 1918 e nel 1919, di diminuire il valore italiano e la impor­tanza della nostra vittoria sull'Austria-Ungheria, insinuando che essa era dovuta, più che alla nostra resurrezione morale e ma­teriale ed alla forza delle armi, al fatale sfacelo inlerno dello Impero Austro-Ungarico. Infine, in quello stesso torno di tempo il Ministro di Francia ad Addis Abeba faceva balenare al Go­verno etiopico la possibilità di partecipare, sotto gli auspici del suo Governo, al Congresso della pace; ed era fuori dubbio che il Governo etiopico s'illudesse a tale riguardo e spingesse la sua illusione al punto di pensare che al Congresso potesse essere posta la questione della rivendicazione delle popolazioni etio­piche sottoposte all'Italia in base ai principi di nazionalità.
La politica delle insinuazioni raggiunse il diapason quando, tra la fine del 1918 e il principio del 1919, il Ministro francese