Rassegna storica del Risorgimento
GIBUTI
anno
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1934
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pagina
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98
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98 Angelo Piccioli
facilitava d'un tratto tutte le iniziative francesi tendenti a creare sul territorio etiopico interessi materiali e morali tali da giustificare alle Potenze la impossibilità per la Francia di far rinunzia alla sua posizione politica in quel settore africano. Un esempio per tutti: proprio allora gli agenti dell'industria francese spinsero innanzi il tentativo di ottenere il monopolio minerario n tutta l'Etiopia.
Ecco come la Francia si preparava ad affrontare, dopo la guerra, il problema dei compensi coloniali italiani!
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Ferdinando Martini, nella sua qualità di Ministro delle Colonie del tempo, scriveva, il 31 marzo 1916, al Ministero degli Affari Esteri, quanto appresso:
Comprendo che quando si stipuleranno le condizioni di a pace agli Stati ora in conflitto sarà dato in proporzione del contributo che ciascuno di essi, in funzione delle proprie cr forze, avrà recato alla vittoria comune, e che quindi le que-cc stioni coloniali saranno trattate non isolatamente, ma insieme con le altre. Ciò non di meno, io, tristemente memore di quanto è avvenuto pel trattato di Berlino i878, rome prepa- razione dell'Italia al Congresso della pace, per quanto riguarda gli interessi che io sono chiamato a tutelare anche per espressa
tutti qui stabiliti da parecchi anni e considerali fin qui elemento pacifico e a proficuo allo sviluppo della colonia, si sono visti considerare quasi come nemici, a sottoposti a sorveglianza, oggetto di disprezzo e come dei tollerati in confronto di greci e armeni che da queste autorità sono assolutamente preferiti a noi.
a Oltre a questi atti di minima ostilità, io ebbi ad aver la prova che in me, oltre a che la persona, si voleva colpire ed eliminare l'industriale italiano, che in lunghi anni di sacrifici col lavoro era riuscito a creare una organizzazione van taggiosa allo sviluppo della colonia, dotando questa città di servizi pubblici a certamente rari in ogni colonia.
Si era tentato a mio danno da questo Governo un colpo pel quale io sarei stato elegantemente eliminato a beneficio di enti francesi che avrebbero raccolto tutto il fratto della mia opera, rovinandola poi, dato che mai un'organizzazione a francese fu in grado di alimentare e perseverare in qualsiasi lavoro industriale a in questa colonia (accenno alla fornitura di energia elettrica per Gibuti).
a Naturalmente mi sono opposto con tutte le forze a subire la violenza ten> tata e sono tuttora disposto a reagire con ogni mezzo contro atti che sono veramente incompatibili con l'aiuto essenziale da noi prestato alla Francia. Mai, a in nessun momento, fummo oggetto di maggior odio, come ora .