Rassegna storica del Risorgimento

GIBUTI
anno <1934>   pagina <110>
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HO Angelo Piccioli
tata delle parole precedenti comperi sations équitables , bensì ad indicare che tra questi compensi dovessero essere comprese le rettifiche di frontiere. I ministri inglesi e francesi si limi­tarono pertanto a prender nota delle nostre domande, riser­vandosi di esaminarle attentamente. Lord Milner espose poi le sue prime impressioni in merito alle singole richieste, dichia­rando che il lato meno spinoso era quello riguardante la Libia. Circa il Somaliland, espresse l'impressione che il Governo bri­tannico difficilmente potesse accondiscendere ad abbandonare completamente la costa a sud del Golfo di Aden; per il Giu-baland, osservò trattarsi di uno dei migliori territori coloniali britannici, potendo il Giuba definirsi un piccolo Nilo .
Simon osservò, per quanto riguarda la Francia, che trovava esagerata (!!!) la nostra richiesta circa la Libia ; che nei riguardi di Gihuti la richiesta italiana equivaleva ad esclusione della Francia dal Mar Rosso e dalle vie) dell'Estremo Oriente. Con­cluse che se il vero scopo dell'Italia fosse di impadronirsi di fatto dell'Etiopia la questione diventava très grave .
Crespi e De Martino replicarono illustrando i motivi di vario ordine che appoggiavano le nostre richieste, tra cui, principale, l'equità dei compensi in relazione al contributo dell'Italia alla guerra anche in Africa, e la necessità imprescindibile per l'Italia di ottenere territori atti alla colonizzazione.
Milner fece osservare nuovamente come le domande del­l'Italia implicassero molto maggiori sacrifici da parte dell'In­ghilterra che non da parte della Francia.
De Martino completò l'esposizione del nostro programma con la richiesta delle isole Farsan e con una proposta di accordo con l'Inghilterra per l'indipendenza dell'Arabia sud-occiden­tale. Milner e Simon osservarono che l'argomento non rientrava nei limiti del mandato africano assegnato alla Commissione, ma che si doveva trattare in sede più propria, discutendosi la questione turca. Milner infine sollevò la pregiudiziale che qual­siasi accordo si intendesse subordinato al mantenimento dei mandati così come erano stati decisi dai Quattro nella seduta del 7 stesso mese: pregiudiziale di cui i membri italiani della Commissione non poterono disconoscere il valore, poiché era ammesso nello stesso art. 13 del Patto di Londra.
Notiamo che in una conversazione privata che Lord Milner ebbe con Crespi e De Martino subito dopo l'adunanza, Milner