Rassegna storica del Risorgimento

GIBUTI
anno <1934>   pagina <121>
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Gibuti, la freccia nel fianco 121
ce quando appena si era indotta e stendere il velo dell'oblìo sulla ce tragedia di Mentana, l'occupazione dì Tunisi generò il nuovo fiero contrasto, dal quale è scaturito il trentennio della Tri-ce plico Alleanza; contrasto che la grande guerra combattuta ce a fianco a fianco, ha sopito, ma non pacificato e che gli eventi del dopo guerra hanno ancora inasprito. Tunisi è e rimane argomento di acuta sensibilità per l'Italia.
Questo per la verità. Ma la saggezza di un grande popolo non sta nel perseguire inafferrabili chimere. È giocoforza rico- noscere che la questione del possesso di Tunisi si è chiusa e ce che soltanto una guerra vittoriosa potrebbe riaprirla. La Tu nisia d'oggi, per finzione politica, è tuttora un protettorato; ce ma, nella realtà, essa è una fiorente colonia francese di do- minio diretto. Alla piena sovranità francese su di esa fa an­ce cora ostacolo il nostro diritto che, per mutuo consenso, si ce rinnova di tre in tre mesi a tutelare la nazionalità degli ce emigrati italiani; ma fino a quando? Dato che l'Italia guerra ce non vuole, le converrà di portare anche questo suo diritto nel campo delle leali trattazioni e dei compensi.
La Francia ha proposto che per gli emigrati in Tunisia la nazionalità francese sia d'obbligo dalla terza generazione in ce poi. È questa una deroga alla rigidezza della legge francese ce sulla nazionalizzazione, che può rappresentare un terreno di ce trattativa, sul quale gli opposti interessi, per lungo cammino ce venendosi incontro, trovii..-) la loro conciliazione. Anche pre­ce scindendo dal suo inquadramento nel desiderato accordo del ce complesso dissidio franco-italiano, è da tener presente che il ce contrasto pel quale si tratta, nel suo inevitabile inasprimento, ce riuscirebbe di pregiudizio e già oggi lo è alla prosperità ce degli italiani di Tunisi e al libero sviluppo della multiforme ce loro attività e determinerebbe esodi volontari oggi fortu-ee natamente ancora scarsi - - nei quali la tesi francese troverebbe indiretto, ma valido sostegno. Un accordo su questo scottante ee terreno, che implicasse la parziale rinunzia ai nostri diritti ce sanciti dai trattati, per quanto dolorosa, apparirebbe tuttavia re accettabile se, giovando agli interessi degli italiani di Tunisi, ce allontanasse il pericolo di volontarie snazionalizzazioni e, spe­ri cialmente, se avesse riscontro in concreti, apprezzabili van-cc tiraggi per lo sviluppo dell'emigrazione e dell'influenza italiana in altra terra d'Africa