Rassegna storica del Risorgimento

PINTO MICHELANGELO ; REPUBBLICA ROMANA (1849) ; RILLIET-CONSTAN
anno <1934>   pagina <161>
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La missione di Michelangelo Piato 161
prima richiesta della Repubblica fatta per mezzo di Filippo De Boni inviato della Repubblica in Svizzera, il colonnello, con una lettera particolare al Mazzini, che fin dal 20 febbraio, colle elezioni sup-plettive, era stato eletto membro della Costituente, aveva rifiutato l'incarico adducendo difficoltà di vario ordine. La Repubblica, colla speranza di poterlo rimuovere dalla sua decisione con pressioni personali, dava, con lettera del 25 marzo, rincarico a Michelangelo Pinto di recarsi presso di lui a Ginevra.
Il Pinto, dal dicembre 1848 al febbraio 1849 incaricato straordi­nario, insieme con Leopoldo Spini, presso il Governo Sardo, per trattare col Gioberti della Costituente Confederativa, colla procla­mazione della Repubblica, dopo qualche giorno di permanenza a Torino per dare le necessarie istruzioni al nuovo incaricato Alceo Feliciani (5), si era soffermato a Firenze in attesa di nuovi ordini da Roma. Nella capitale toscana lo raggiungevano alcuni dispacci del Rusconi nei quali (6) il Ministro, annunziandogli la prossima nomina per un incarico all'estero (notizia nei medesimi giorni confermata privatamente dal sostituto del Rusconi, aw. Francesco Borgatti, amico del Pinto) (7), gli ordinava di recarsi immediatamente a Torino per coadiuvare nella sua opera l'inviato della Repubblica.
A Torino il Pinto non potè giungere che il 18, ritardato nel viaggio dalla mancanza di mezzi di trasporto quasi tutti riservati agli ufficiali, dato che si era alla ripresa della guerra. Nella capitale sarda, egli, col suo fine istinto diplomatico e data sopratutto la profonda conoscenza degli uomini e del paese, avrebbe potuto molto effica­cemente instradare il Félìeiàni, se i tempi fossero stati diversi. Si trattava di far riconoscere in modo ufficiale, da quel Governo, la Repubblica Romana appena nata: solo in questo modo essa avrebbe potuto, come fortemente desiderava, contribuire con soldati e denaro alla guerra d'indipendenza che stava per riaccendersi, e solo in questo modo essa avrebbe potuto essere presa in considerazione dagli altri stati.
Ma mentre a Torino si lavorava per tracciare sulla carta le molte promesse verbali e benevoli parole dei Ministri dell'Interno e degli
(Sì II Felicìani prese parte nflà storio di quegli tornì e sopratutto si distinse filtrante la attuta dì Roma, eo.n cariche di vario genere. fà:i Vedi dota 'l-S. r 7) fedi doc. MI..