Rassegna storica del Risorgimento

PINTO MICHELANGELO ; REPUBBLICA ROMANA (1849) ; RILLIET-CONSTAN
anno <1934>   pagina <167>
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La missione di Michelangelo Pùnto 167
rissimo per la carriera diplomatica* come ritenni indicato Spini pel poeto di Segretario del Comitato Esecutivo. E dunque nella via diplomatica, in cui voi in Breve ritornerete per servire la repubblica con quell'amore, con quella destrezza, con quel senno con cui serviste in Torino il Governo Provvisorio. Intanto io vi abbraccio e vi saluto cordialmente
Vostro di cuore: F. Borgatti Al cittadino Pioto, Firenze.
X.
Roma li 8 marzo 1849
Carissimo amico, Fra pocbi giorni voi riceverete una destinazione, quale torna conveniente ai vostri meriti, e omogenea alle vostre inclinazioni. Ma per ora abbiamo assoluto bisogno dell'opera vostra in Torino. Siamo avvertiti di là che Feliciani non è l'uomo a proposito. Volate di grazia in Torino. Mettetelo nella vera strada, istruitelo, iniziatelo.
Onde però egli non abbia ad offendersi del vostro arrivo, direte, come gli abbiamo già detto noi ebe siete come di passaggio, che la vostra permanenza a Torino è provvisoria, che voi state attendendo una destinazione all'Estero (e ciò è verissimo);.
Vi abbraccio e dì cuore mi ripeto
Vostro almo amico F. Borgatti Cittadino Michele Pinto Firenze
XI.
Signor Avvocato Francesco Borgatti
Firenze, 11 marzo 1849
Pregiatissimo amico, Riscontro in pari tempo le due vostre gratissime della. 3 e 8 corrente marzo ambedue ricolme di gentili e obbliganti espressioni a mio riguardo. L'invito fattomi dal Ministro appoggiato dai caldi vostri uffici di recarmi momentaneamente a Torino per coadiuvare in via privata l'esito della missione dell'inviato Feliciani, mentre per una parte mi onora testificandomi Li fiducia che in me ripone il governo (fiducia certo superiore ad ogni mio merito) mi pone in una posizione che certo non potrei lungamente tenere. Desidero pertanto corri­spondere ai desideri del Ministro te ai vostri, non ricuso di prestarmi a servigio della Repubblica recandomi a Torino ove per quanto valgo assisterò di consigli l'ottimo Feliciani somministrandogli quei lumi e quelle notizie che ho potuto acquistare soggiornando in quella città. Non è però a dissimulare che in questo incarico esigonsi per mia parte sommi riguardi sia per delicatezza verso l'Inviato della Repubblica sia per la -dignità del Governo, sia infine per la mia convenienza. Per quanto quest'ultima circostanza sia la meno valutabile vi prego nonostante a riflettere esser io oramai sufficientemente conosciuto a Torino, ove non sarebbe eerto dicevole dopo una prima missione, che potesse considerarmisi come aggiunto all'Inviato della Repubblica Romana, Accertatevi intanto mio caro amico, che tutto porrò in opera perchè il Feliciani posto al giorno dei fotti, delle cose e delle persone, possa colla sua avvedutezza e coll'ingegno di cui è dotato riuscire feli­cemente nell'incarico assunto. L'iniziarlo, il dirigerlo, sarà l'opera di pochi giorni e perciò calcolate che non potrà di molto prolungarsi questa mia officiosa gestione.