Rassegna storica del Risorgimento

PINTO MICHELANGELO ; REPUBBLICA ROMANA (1849) ; RILLIET-CONSTAN
anno <1934>   pagina <170>
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Elena Vecchi-Pinto
stero dovrà suo malgrado piegarsi alla per lui dura necessità di riconoscere il fatto col fatto dopo aver con parole riconosciuto il diritto. Non è perciò a dissi­mulare di quanto interesse egli sia che il deputato Valerio si penetri della vera condizione delle cose nostre e apprezzi gli sforzi che Roma fa per la: causa comune e il sussidio potente che le armi Sabaude riceveranno dalle legioni Romane. Le prime relazioni che l'inviato Sardo spedirà do Roma a Torino verranno forse a decidere l'esitante Gabinetto. Ecco il poco che pel momento posso dirvi. Il popolo disingannato in gran parte sul conto della sapienza politica del Gioberti ne rico­nosce gli errori èvie colpe, applaudisce alla condotta calma e tranquilla del popolo Romano, al suo savio e dignitoso contegno; spera nel suo militare soccorso; si con­forta nello zelo e nella energia del Comitato esecutivo e del Ministero, nel senno dell'Assemblea. L'esercito, riusciti vani i molti tentativi per demoralizzarlo, si mantiene saldo e compatto, disciplinato e scende in campo lieto e coraggioso a ritentare con migliori auspici, perchè assai meglio guidato, le sorti della guerra. L'esercito non conta molto sul numero e sulla disciplina dei soccorsi di Toscana e Roma, ma quando incontrerà quei valorosi pel campo stringerà loro la mano coli'affetto del fratèllo, colla cordialità del soldato. Sulla unificazione di Roma e Toscana non si pronunzia il Gabinetto racchiuso in misterioso silenzio. La desidera però e la tiene certa la Camera come principio di forza per quei paesi e come pegno della solidità di uno stato Repubblicano in Italia che la grande maggiorità non avversa ma accetta solo (attese le condizioni speciali di quelle Provincie) come una inevitabile necessità. Le incomplete e poco ordinate notizie vorrete concedere alla ristrettezza del tempo che ho avuto per raccoglierle, farne un giu­dizio e rapidamente tracciarle. Fra brevissimo, quando ulteriori dettagli mi ver­ranno eomniunicati dall'Inviato Feliciani, quando nuovi vostri dispacci (che con sorpresa non ho trovato a Torino) mi faranno note le intenzioni del Governo di Roma, quando più espressamente avrò conferito coi più influenti e più informati della città non tarderò a darvi esalto conto dello stato del Paese, della fiducia che può riporsi nella politica del Ministero, della probabilità di un pronto rico­noscimento della Repubblica Romana e dei mezzi che avvisassi poterlo agevolare dopo averne conferito col Cittadino Feliciani, il quale dallo zelo con cui si adopera per conseguire lo scopo di sua missione, mostra aperto l'amore che nutre per sostenere la nostra Repubblica. Tenete intanto conto con tutta riserva di quanto superiormente ho potuto accennarvi di volo ed accogliete l'espressione della mia stima.
Salute e fratellanza
Michelangelo Pinto
xni.
Ministero degli Affari Esteri Roma li 21 marzo 1849 ' n. 758
Cittadino Inviato,
Vi rimetto la somma di 11 mila (undici mila) franchi colla quale vi prego acquistare dei fucili che nel modo più rapido ci trasmetterete. Dove tale compra vi tosse impossibile, 6 dovesse di molto protrarsi, girate quei fondi sopra Parigi, al nostro inviato colà cittadino Pietro Delirami.
Fra pochi giorni vi significherò la missione a cui siete destinalo, approfitto intanto del vostro buon volere per l'ufficio di cui dissi sopra.
Scrissi ieri a Feliciani e ritorno oggi su un argomento per noi vitale pregan­dovi a -metterlo a parte di quanto sono per dirvi e a cooperare di conserva con